Prerequisiti per affrontare la lezione su derivazione, alterazione e composizione dei nomi
Per affrontare la lezione su derivazione, alterazione e composizione dei nomi è necessario conoscere:
Derivazione, alterazione e composizione sono i meccanismi attraverso i quali si formano le parole. Scopri le caratteristiche dei nomi primitivi, derivati, alterati e composti.
Cosa sono radice e desinenza? Sono i due elementi che formano i nomi primitivi, cioè quelli che servono da base per la formazione degli altri nomi attraverso i meccanismi di derivazione, alterazione e composizione. Combinandosi con prefissi, suffissi o altre parole, quindi, danno origine ai nomi derivati, alterati e composti.
Conoscili meglio in questa lezione.
Per affrontare la lezione su derivazione, alterazione e composizione dei nomi è necessario conoscere:
I nomi primitivi sono nomi che non derivano da nessun’altra parola e sono formati soltanto da:
Qualche esempio? Mare (mar-e), sale, latte, acqua, pane, libro e tantissimi altri ancora.
Ricordati che sono proprio i nomi primitivi a servire da “base” per la formazione degli altri nomi, che avviene attraverso i processi di derivazione, alterazione e composizione.
Cosa sono i nomi alterati?
In italiano esistono dei suffissi che ti permettono di modificare il nome primitivo aggiungendogli delle caratteristiche specifiche: in alcuni casi si tratta di una qualità dell’oggetto, ad esempio la grandezza (diminutivi e accrescitivi), in altri di un giudizio espresso su di esso (vezzeggiativi e dispregiativi).
È così che si formano i cosiddetti nomi alterati, che possono essere:
Calzone, torrone e bottone, mulino, banchina e ramino: cosa hanno di speciale tutte queste parole? Potrebbero sembrare dei nomi alterati, i primi accrescitivi, gli altri diminutivi, e invece sono nomi primitivi.
Sono i cosiddetti falsi alterati, ma niente paura!
C’è un modo semplice per evitare di commettere errori: ogni volta che trovi una parola che sembra contenere i suffissi -one e -ino prova a chiederti da quale nome primitivo potrebbe derivare. L’alterazione, infatti, non cambia mai il significato della parola base nella sua essenza, ma si limita a modificarlo conferendogli sfumature di carattere soggettivo. Scoprirai così che il calzone non è una grande calza, il torrone non è una grande torre e il bottone non è una grande botte; lo stesso vale per il mulino che non è un piccolo mulo, come pure per banchina e ramino che non hanno nulla a che vedere con banca e ramo.
Tutto chiaro? Vedrai che con un pizzico di attenzione in più e un po’ di allenamento i falsi alterati non riusciranno a ingannarti!
I nomi composti sono quelli formati dall’unione di due o più parole dotate di un proprio significato.
Possono essere composti da:
Nella formazione del plurale i nomi composti si comportano in modo un po’ particolare, seguendo regole diverse a seconda del tipo di parole da cui sono formati e (purtroppo!) con molte eccezioni. Studia la scheda a lato per saperne di più. Scarica il pdf qui:
La lingua è un organismo in continuo sviluppo che si arricchisce continuamente di parole nuove formate, grazie a particolari meccanismi di trasformazione, a partire da parole base. Ma quali sono questi meccanismi?