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Luigi Pirandello: vita e opere dell'autore

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Nella lezione seguente, approfondiremo la figura di Luigi Pirandello, uno dei più grandi innovatori della letteratura italiana. La sua vita e le sue opere hanno lasciato un’impronta profonda nella cultura letteraria del XX secolo.

Vedremo le influenze che hanno modellato la sua produzione e le tematiche che hanno reso la sua scrittura un punto di riferimento fondamentale. Da “Il fu Mattia Pascal” ai celebri “Sei personaggi in cerca d’autore”, ci addentreremo nelle trame avvincenti e nei dilemmi esistenziali che permeano le sue opere.

La vita di Luigi Pirandello

Pirandello nacque ad Agrigento nel 1867 da una famiglia agiata. La sua vita, segnata da profondi conflitti interiori e da una costante ricerca di identità, si riflette in modo peculiare nelle sue opere. Cresciuto in una famiglia aristocratica ma economicamente instabile, Pirandello fu esposto sin da giovane alle contraddizioni e ai contrasti della società dell’epoca. Queste esperienze lo influenzarono profondamente e ciò è evidente nelle sue opere, in cui esplorò le dinamiche sociali e psicologiche con grande acume.

Dopo aver conseguito una laurea in Lettere e Filosofia, Pirandello iniziò a dedicarsi alla scrittura scrivendo novelle e romanzi. Le prime opere, come racconti e romanzi, riflettono la sua attitudine verso le tematiche sociali e le sottili sfumature della mente umana.

Nel 1903, però, una frana nella miniera di zolfo di proprietà del padre causò la rovina economica di Pirandello e accentuò la malattia mentale della moglie, che morì in una clinica psichiatrica nel 1959.

Le difficoltà lo spinsero a intensificare l’attività di scrittura, prima con romanzi come Il fu Mattia Pascal e poi con opere teatrali, spesso derivate dalle novelle.

Tuttavia, è nel campo del teatro che Pirandello raggiunse la sua massima espressione. Le sue opere teatrali sono caratterizzate da una profonda analisi psicologica dei personaggi e da una straordinaria abilità nel mettere in scena le complessità dell’animo umano. Opere come “Sei personaggi in cerca d’autore“, “Enrico IV” e “Così è (se vi pare)” lo hanno reso celebre e apprezzato in tutto il mondo, tanto da ottenere il Premio Nobel nel 1934.

Pirandello morì nel 1936 a Roma, dieci anni dopo la pubblicazione del suo ultimo romanzo Uno, nessuno, centomila.

Il pensiero di Luigi Pirandello

Il pensiero di Luigi Pirandello si distingue per la sua profonda riflessione su tematiche esistenziali complesse. Attraverso le sue opere, Pirandello esplora il lato oscuro dell’esperienza umana, mettendo in luce il seguente:

  • Pessimismo: Pirandello esprime un profondo pessimismo nei confronti della vita e dell’esistenza umana. Egli sottolinea il dolore, la solitudine e l’incertezza come componenti essenziali della condizione umana. Questo pessimismo è evidente nei suoi personaggi, spesso intrappolati in situazioni di sofferenza e confusione.
  • Relativismo conoscitivo: Pirandello crede che la conoscenza sia sempre parziale e sfuggente. In molte delle sue opere, i personaggi si scontrano con la sfida di capire la realtà oggettiva. Pirandello mette in discussione la possibilità di giungere a una verità assoluta e sottolinea la natura mutevole e sfuggente della realtà.
  • Incomunicabilità: uno dei temi centrali delle opere di Pirandello è l’incomunicabilità tra gli individui. I personaggi spesso lottano per comunicare le loro esperienze, emozioni e pensieri agli altri. Questa mancanza di comprensione reciproca porta a isolamento e solitudine, creando un senso di estraniamento all’interno delle relazioni umane.

La frammentazione dell’Io secondo Luigi Pirandello

Pirandello pone in dubbio con la sua letteratura la capacità dell’uomo di indagare con razionalità la propria identità e la realtà che lo circonda. Nelle sue opere traspare un evidente rifiuto delle imposizioni della società medio-borghese a lui contemporanea: sulla scia delle teorie freudiane, introduce il concetto di crisi di identità.

A suo modo di vedere, la società impone all’uomo di costituirsi una propria personalità coerente, una maschera da indossare nei contesti relazionali.

Siamo tuttavia sicuri che l’abito che ci siamo ritagliati su misura sia lo stesso che vedono anche gli altri? Che coloro che ci stanno attorno siano in grado di definirci attraverso quegli aggettivi che pensiamo ci descrivano e caratterizzino? Secondo Pirandello la risposta a queste due domande è in entrambi i casi negativa: quando ci rendiamo conto che anche gli altri ci vedono attraverso le loro prospettive, che si discostano dalle nostre, non possiamo che riconoscere l’identità personale come una costruzione fittizia, un ruolo prestabilito.

Secondo Pirandello, a sostituzione della realtà esterna e oggettiva, esistono tre dimensioni:

  • la percezione che ciascuno ha di sé;
  • la percezione che gli altri hanno del singolo;
  • l’immagine che il singolo crede di avere per gli altri.

Queste tre dimensioni sono distanti fra loro, e difficilmente comunicanti.

Alla luce di questa consapevolezza, Mattia Pascal e Vitangelo Moscarda accettano volontariamente l’esclusione dalla società.

L’umorismo come “sentimento del contrario”

Nel 1908 Pirandello pubblica il saggio L’umorismo in cui distingue i concetti di “comico” e “umoristico”.

Nel passo che trovi nella scheda Pirandello spiega la differenza con un esempio. Il comico genera il riso perché è “avvertimento del contrario”, cioè mostra una situazione contraria rispetto alla normalità; l’umoristico invece può al massimo far sorridere e fa sorgere compassione nei confronti delle debolezze degli altri: riflettendo, infatti, dall’avvertimento del contrario si passa al “sentimento del contrario” in cui riso e pianto si uniscono.

Per stampare la scheda, scarica il pdf qui:

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Pirandello figlio del Caos

Pirandello amava definirsi scherzosamente “figlio del Caos”, alludendo al nome della piccola contrada vicino a Girgenti (Agrigento) in cui era nato: in dialetto era chiamata Càvusu, che deriva proprio dal greco Kaos.

Nel testamento Pirandello rifiuta un funerale solenne e chiede di essere cremato, esprimendo la volontà che le sue ceneri vengano sparse o sepolte proprio nel giardino della villa di contrada Caos. Il regime fascista, che avrebbe voluto tributargli l’onore delle esequie di Stato, rispetta le ultime volontà del drammaturgo in merito alla cerimonia funebre, ma le ceneri vengono deposte nel cimitero del Verano. Ci vorranno poi diversi anni per trasferire le ceneri da Roma ad Agrigento, anche grazie all’intervento di Andrea Camilleri, e dal 1962 le ceneri di Pirandello sono nel giardino di Caos.

Vita e pensiero di Pirandello: video della mappa mentale

Ripassa le informazioni principali sulla vita e il pensiero di Luigi Pirandello guardando il video con la mappa mentale narrata.

Mappa mentale su Luigi Pirandello: vita e pensiero

Nella mappa trovi le date fondamentali della vita di Luigi Pirandello e alcuni aspetti fondamentali del suo pensiero.

Nelle sue opere è evidente la riflessione sul conflitto tra realtà e apparenza: ognuno, infatti, indossa una maschera e paradossalmente l’unica via per recuperare la propria identità è la follia. Perciò i pazzi hanno il coraggio di dire sempre la verità, senza preoccuparsi delle convenzioni sociali e morali che ci rendono schiavi. Ne deriva una visione pessimistica del mondo, unita a un relativismo conoscitivo per cui l’uomo non è in grado di capire né gli altri né se stesso. È impossibile infatti conoscere la vera personalità che si nasconde dietro le maschere di ciascuno, non c’è una realtà oggettiva, ma ognuno ha la sua visione del mondo e la conseguenza è l’incomunicabilità, perché le parole possono essere interpretate diversamente e generare incomprensioni.

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Opere di Pirandello: video della mappa mentale

Ripassa le opere principali di Luigi Pirandello guardando il video con la mappa mentale narrata.

Mappa mentale su Luigi Pirandello: opere

La fama di Luigi Pirandello è legata alle sue opere teatrali, che mirano a mostrare la realtà oltre la maschera per far sì che lo spettatore si veda com’è veramente.

La prima fase del teatro pirandelliano è in dialetto siciliano e in diversi casi si tratta di adattamenti di novelle.

Poi Pirandello si allontana dal Verismo per dar vita a un teatro umoristico e grottesco, in cui domina il relativismo, come si vede chiaramente nel dramma Così è (se vi pare).

Infine c’è la fase del metateatro, cioè il teatro nel teatro, con drammi come Sei personaggi in cerca d’autore e Enrico IV.

Il primo successo, però, è merito di un romanzo, Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904. È la storia di un uomo che tenta di evadere da una vita infelice senza riuscirci. Nel 1926 Pirandello pubblica il suo ultimo romanzo, Uno, nessuno e centomila, in cui il protagonista Vitangelo Moscarda cerca di distruggere le immagini di lui che gli altri si sono costruiti fino a diventare pazzo.

Per stampare la mappa con le opere principali di Luigi Pirandello, scarica il pdf in bianco e nero qui:

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