Prerequisiti per affrontare la lezione su Svevo
Per affrontare la lezione su Svevo è necessario conoscere:
Italo Svevo, pseudonimo di Ettore Schmitz, è un grande scrittore del Novecento influenzato dalla psicoanalisi di Freud, da Joyce e dal pensiero di Darwin, che si ritrova nella figura dell'inetto, protagonista dei suoi romanzi. Tra questi il suo capolavoro è La coscienza di Zeno.
Scopri le principali informazioni sulla vita e le opere di Svevo con la mappa mentale.
Ettore Schmitz nasce a Trieste nel 1861. Il nome d'arte Italo Svevo è un omaggio alle nazionalità della madre, italiana, e del padre, austriaco. Questa biculturalità, derivata anche dalla formazione ricevuta prevalentemente in tedesco, è un suo tratto caratteristico.
Per mantenersi lavora in banca, ma la sua passione è la scrittura. Dopo l'insuccesso dei primi due romanzi, Una vita e Senilità, pensa di abbandonare la carriera letteraria per dedicarsi alla direzione della fabbrica del suocero. Sarà James Joyce, suo insegnante di inglese, a convincerlo a riprendere a scrivere. È così che nel 1923 pubblica La coscienza di Zeno con cui ottiene il riconoscimento sperato: tra i primi a notarne la grandezza e a decretare la fama di Svevo c'è Eugenio Montale.
Muore a Trieste nel 1928 per una crisi cardiaca causata da un incidente stradale.
Per affrontare la lezione su Svevo è necessario conoscere:
Nella mappa trovi le date fondamentali della vita di Svevo e le sue opere più importanti.
L'incontro con la psicoanalisi di Freud ha un'importanza decisiva per Italo Svevo e si riflette nel suo romanzo più celebre, La coscienza di Zeno. Svevo indaga l'inconscio del protagonista con la tecnica del monologo interiore e ne mette in evidenza l'inettitudine rispetto alla società che lo circonda. Nella figura dell'inetto si può vedere anche l'influenza di Darwin, che ne fa un personaggio costretto a soccombere per le leggi della selezione naturale. Sulla scia del determinismo darwiniano, Svevo distingue due categorie di uomini: se i primi spiccano per intraprendenza e sono perfettamente integrati nella realtà sociale in cui vivono, i secondi, inconcludenti, sono incapaci di adattarsi e integrarsi nel costrutto socio-collettivo del quale fanno parte.
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La figura dell’inetto è centrale nella produzione letteraria di Italo Svevo. Nell’ottica dell’autore, l’inetto è un uomo inadatto a vivere. Incapace di governare la sua esistenza, si culla in uno stato di insoddisfazione: questa tristezza di fondo non si traduce tuttavia in una spinta al cambiamento, ma in un’eterna codardia e rassegnazione.
L’inetto non è un’invenzione letteraria dell’autore, bensì la rappresentazione di un’epoca: il Novecento. Svevo riesce ad affinare le peculiarità di questa figura opera dopo opera.
Se i primi due personaggi sono dei vinti, incapaci di accettare la realtà e la propria condizione sociale, la figura dell’inetto raggiunge il suo apice con:
Anche la cultura pop contemporanea ci offre esempi di inetti. Privo di ambizioni e aspirazioni, Homer Simpson rappresenta al meglio questa figura. Con sciattezza e pigrizia scalda il suo posto sul divano. La sua unica esigenza? Avere sempre a portata di mano una lattina di birra Duff.
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