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Alessandro Manzoni: vita e opere

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Scopri la vita e le opere di Alessandro Manzoni, l’ autore dei Promessi Sposi, il romanzo storico più famoso della letteratura italiana. Milanese, convertito al cattolicesimo, vicino alla sensibilità romantica e agli ideali del Risorgimento, Manzoni è uno dei più grandi autori della storia dellla letteratura e di lui vanno ricordati anche gli Inni sacri, le Odi civili e le tragedie.

Nella lezione che segue, esploreremo il mondo letterario di Alessandro Manzoni, figura di spicco nella storia culturale italiana. Attraverso la sua vita e le sue opere, scopriremo l’influenza duratura di questo autore nel panorama letterario e nella cultura del suo tempo. Dai suoi scritti di grande risonanza sociale all’importante contributo alla lingua italiana.

La vita di Alessandro Manzoni: tra letteratura e impegno sociale

Alessandro Manzoni è nipote di Cesare Beccaria. Nacque a Milano nel 1785 ed è stato uno dei più importanti scrittori italiani dell’Ottocento. Appartenente a una famiglia aristocratica, Manzoni ricevette un’educazione raffinata e fu esposto alle idee illuministe e al clima culturale dell’epoca.

Nel 1805, Manzoni si convertì al cattolicesimo sotto l’influenza della madre, sperimentando una forte tensione spirituale che avrebbe avuto un impatto significativo sulla sua opera futura. Negli anni successivi, fu coinvolto in una serie di viaggi e soggiorni, durante i quali entrò in contatto con le idee culturali dell’Europa.

Nel 1810, Manzoni sposò Enrichetta Blondel, da cui ebbe numerosi figli. Questi anni furono segnati da periodi di crisi personale e creativa, in cui Manzoni sperimentò l’ansia esistenziale e la ricerca di un senso di identità.

Durante la sua vita, Manzoni fu profondamente coinvolto nei movimenti politici e sociali del suo tempo, sostenendo le cause di libertà e giustizia. La sua vita fu segnata da grandi lutti: la morte della moglie, della madre e dei figli. Pur senza partecipare direttamente ai moti rivoluzionari, si avvicinò alle idee romantiche e del Risorgimento.

Parallelamente alla sua carriera letteraria, Manzoni fu coinvolto attivamente negli eventi politici dell’epoca. Sostenitore dell’unità e dell’indipendenza dell’Italia, partecipò a movimenti e iniziative che miravano a riunificare il paese sotto un’unica bandiera nazionale. La sua poesia religiosa è rappresentata dai cinque Inni sacri, mentre quella politica e storica è costituita dalle Odi civili come Il cinque maggio e dalle tragedie come Adelchi.

L’opera più famosa di Manzoni è il romanzo storico i Promessi Sposi, che ha per protagonisti due giovani innamorati nella Lombardia del Seicento, Renzo e Lucia.

Morì a Milano nel 1873 in seguito a un trauma cranico riportato per una caduta all’uscita della chiesa di San Fedele.

I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni

Il romanzo I Promessi Sposi di Manzoni, pubblicato per la prima volta nel 1827 e successivamente rivisto nell’edizione definitiva del 1840, è considerato uno dei capolavori indiscussi della letteratura italiana e un fondamentale esempio di romanzo storico. Ambientato in Lombardia durante la dominazione spagnola nel XVII secolo, il libro narra le vicende di Renzo e Lucia, due giovani promessi sposi, che si trovano a fronteggiare una serie di avversità a causa delle mire del potente don Rodrigo, desideroso di impedire il loro matrimonio.

Ma I Promessi Sposi non è solamente una storia d’amore; è un affresco vivido e dettagliato della società italiana dell’epoca, con tutte le sue ingiustizie, superstizioni, e le dinamiche di potere. Manzoni si serve delle vicende dei protagonisti per offrire al lettore una riflessione profonda sulla natura umana, sulla provvidenza divina, e sul ruolo della fede in tempi turbolenti. Il romanzo offre un ritratto impietoso della corruzione clericale, dell’arbitrarietà della giustizia e dell’oppressione dei potenti, ma allo stesso tempo esalta la resistenza, la resilienza e la bontà di molte figure umili e semplici.

Uno degli episodi più celebri del romanzo è l’epidemia di peste che colpisce Milano nel 1630, descritta da Manzoni con una potenza evocativa che ha pochi eguali nella letteratura mondiale. L’episodio, basato su una rigorosa ricerca storica, diventa un’occasione per riflettere sulla fragilità della condizione umana, sull’egoismo e sull’altruismo che emergono in circostanze estreme.

Con il suo stile narrativo avvincente, i suoi personaggi memorabili come il perfido don Rodrigo, l’eroico padre Cristoforo, l’ambiguo l’Innominato, la monaca di Monza e la sua profonda moralità, “I Promessi Sposi” è molto più di un romanzo storico: è una meditazione sulla storia, sulla società e sul destino umano. L’opera, oltre a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per la letteratura italiana, ha contribuito a definire l’identità nazionale in un periodo cruciale per l’unità d’Italia, celebrando le virtù e denunciando le ingiustizie del popolo italiano.

La peste descritta da Manzoni nei Promessi Sposi

La peste del 1630, che si diffuse principalmente nel Nord Italia, viene definita “peste manzoniana” perché Manzoni le dedicò grande spazio e importanza nei Promessi sposi. A portarla furono i lanzichenecchi, soldati mercenari tedeschi scesi nella penisola per combattere la guerra per la successione di Mantova.

La digressione storica occupa interamente i capitoli XXXI e XXXII del romanzo: Manzoni spiega nell’incipit del capitolo XXXI che non si limiterà a parlare della peste per quel che riguarda le vicende dei suoi personaggi, ma il suo intento è quello di far conoscere “un tratto di storia patria più famoso che conosciuto”.

In questo caso, quindi, un testo letterario diventa anche una preziosa fonte storica che ci permette di sapere come si diffuse questa epidemia che fece più di un milione di morti.

Attraverso le pagine di Manzoni, il lettore viene immerso in una città devastata dalla malattia, dove la morte, la paura e la superstizione dominano ogni aspetto della vita quotidiana. Manzoni non si limita a descrivere la peste come un evento catastrofico; la utilizza come una lente attraverso cui esaminare la natura umana nei suoi momenti più critici. Mentre la malattia dilaga, emergono l’egoismo e la crudeltà, ma anche l’eroismo e la compassione.

Dal punto di vista storico, Manzoni si impegna a rappresentare la peste con la massima accuratezza possibile. L’autore attinge a diverse fonti contemporanee, in particolare al “De peste Mediolani” di Giuseppe Ripamonti, per garantire che la sua descrizione dell’epidemia sia veritiera e dettagliata. La peste del 1630, infatti, è un evento storico documentato che devastò gran parte della Lombardia, uccidendo un’ampia percentuale della popolazione.

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Gli Inni Sacri di Alessandro Manzoni

Gli Inni Sacri di Alessandro Manzoni rappresentano un ciclo di poesie a tema religioso, scritte tra il 1812 e il 1822, che esplorano la relazione dell’uomo con Dio attraverso la riflessione su episodi e figure della tradizione cristiana. Quest’opera, composta da nove inni, riflette il profondo percorso spirituale dell’autore, in un momento in cui l’Italia, sconvolta dai fermenti rivoluzionari e dalla dominazione napoleonica, cercava nuove certezze e identità.

Ciascun inno si concentra su una specifica festività o momento liturgico: dalla “Resurrezione” alla “Pentecoste”, passando per la “Passione” e la “Natività”. Attraverso queste composizioni, Manzoni non si limita a celebrare semplicemente l’evento religioso, ma offre una profonda meditazione sulla natura umana, sulla redenzione e sul rapporto tra l’individuo e l’infinito. La lingua utilizzata, pur essendo elevata e solenne, è allo stesso tempo accessibile e coinvolgente, e mira a stabilire un dialogo sincero tra il poeta e il suo Dio, ma anche tra l’autore e i suoi lettori.

Un elemento distintivo degli Inni Sacri è la capacità di Manzoni di coniugare la sua profonda fede cattolica con la sensibilità del Romanticismo, movimento letterario di cui è uno dei principali esponenti italiani. L’approccio dell’autore non è mai dogmatico o meramente celebrativo; al contrario, Manzoni si interroga, dubita, ricerca, mostrando tutte le sfaccettature della ricerca spirituale di un uomo.

Oltre alla loro indiscutibile qualità poetica, gli Inni Sacri rappresentano una testimonianza cruciale del percorso intellettuale e spirituale di Manzoni, e un esempio di come poesia e fede possano dialogare in modo fecondo e innovativo. In un’epoca di grandi cambiamenti e incertezze, l’autore cerca e trova nel sacro una guida, una luce e una fonte inesauribile di ispirazione. Il suo messaggio, pur radicato nella tradizione cattolica, parla a credenti e non credenti, invitandoli a riflettere sulla trascendenza e sul profondo bisogno di spiritualità insito nell’essere umano.

Vita e opere di Manzoni: video della mappa mentale

Ripassa le informazioni principali sulla vita e le opere di Alessandro Manzoni guardando il video con la mappa mentale narrata.

Mappa mentale su Alessandro Manzoni: vita e opere

Nella mappa trovi le date fondamentali della vita di Manzoni e le sue opere più importanti.

La madre di Manzoni è Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria, letterato illuminista autore del trattato Dei delitti e delle pene. Dopo la separazione da Pietro Manzoni, Giulia si lega sentimentalmente a Carlo Imbonati, figura fondamentale per Manzoni, a cui dedica il carme In morte di Carlo Imbonati.

Dopo la conversione al cattolicesimo, scrive gli Inni sacri, una raccolta di componimenti religiosi che, nel progetto originale, avrebbe dovuto contenere dodici testi. Manzoni porta a termine solo cinque inni, intitolati rispettivamente La Resurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione e La Pentecoste e ne lascia incompleto un sesto, Ognissanti.

Le Odi civili sono il frutto della sua adesione agli ideali del Risorgimento, tra cui spicca Il cinque maggio, dedicata alla morte di Napoleone Bonaparte.

Manzoni è autore anche di due tragedie, Il conte di Carmagnola e l’Adelchi, di argomento storico perché la letteratura, per assolvere la propria missione educativa, deve raccontare qualcosa di vero e parlare della realtà.

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I Promessi Sposi: video della mappa mentale

Ripassa le informazioni principali sui Promessi Sposi: le edizioni, l’ambientazione, i personaggi, la trama e la tecnica narrativa, trovi tutto nel video con la mappa mentale narrata.

Mappa mentale su Alessandro Manzoni: i Promessi Sposi

L’opera maggiore di Alessandro Manzoni sono i Promessi Sposi, il romanzo storico ambientato nella Lombardia del ‘600 che ha per protagonisti Renzo e Lucia.

La prima versione era intitolata Fermo e Lucia, la seconda è famosa come ventisettana perché pubblicata nel 1827, ma l’edizione definitiva è la cosiddetta quarantana dove il linguaggio è rivisto dopo il viaggio a Firenze per “risciacquare i panni in Arno”.

Per la prima volta i protagonisti non sono i potenti della storia, ma personaggi umili che però, nella concenzione pessimistica del Manzoni, sono destinati a essere oppressi e possono affidarsi solo alla Provvidenza per ottenere il riscatto. Il romanzo si apre con Renzo e Lucia, due giovani operai tessili che vivono nei pressi del lago di Como, in procinto di sposarsi. Il signorotto don Rodrigo, però, manda i suoi bravi a minacciare don Abbondio, il curato, intimandogli di non celebrare il matrimonio. A nulla servono i tentativi fatti dai due giovani per cercare di sposarsi: prima si rivolgono all’avvocato Azzecca-garbugli, poi fra Cristoforo cerca di convincere don Rodrigo a desistere, infine, su consiglio di Agnese, la madre di Lucia, i due organizzano un matrimonio a sorpresa che però fallisce nel trambusto generale. Renzo e Lucia sono costretti a separarsi: Lucia va a Monza, dove incontra la monaca Gertrude; Renzo invece va a Milano, dove resta coinvolto nei tumulti per il rincaro del pane. Don Rodrigo chiede aiuto all’Innominato, un potente signore, che fa rapire Lucia, ma poi si converte e la libera. I capitoli finali sono dominati dalla peste, finché Renzo e Lucia riescono a ricongiungersi nel Lazzaretto di Milano e, tornati al loro paese, possono finalmente sposarsi.

La storia è raccontata da Manzoni come se stesse trascrivendo un manoscritto anonimo del XVII secolo e questo gli permette di intervenire per commentare le azioni dei personaggi con tono ironico e paternalistico.