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Sigmund Freud: il pensiero del padre della psicoanalisi

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Nel panorama del pensiero umano, poche figure hanno avuto un impatto tanto duraturo e rivoluzionario quanto Sigmund Freud. La sua esplorazione dell’inconscio e della complessità della mente umana ha gettato le basi per la psicoanalisi, aprendo nuove porte nella comprensione di ciò che ci spinge, ci motiva e ci tormenta.

Attraverso il suo lavoro, Freud ha rivelato le sfumature nascoste della duplicità umana, svelando gli intricati meccanismi di pensiero, desiderio e conflitto che costellano la nostra esistenza.

In questa lezione, ci immergeremo nel mondo di Sigmund Freud, esplorando la sua vita, le sue teorie rivoluzionarie e l’impatto duraturo che ha avuto sulla psicologia e sulla nostra comprensione della natura umana.

Sigmund Freud: esploratore dell’inconscio

Con Freud la psicologia e la cultura europea entrano in una nuova stagione intellettuale. Ne Il disagio della civiltà (1929) Freud mostra come la sua creazione non sia solo una forma di psicoterapia, ma anche un’ermeneutica della realtà storico sociale in cui viviamo. Freud è convinto che le molteplici sofferenze degli europei siano dovute principalmente al fatto che essi hanno barattato un po’ di felicità in cambio di un po’ di sicurezza; allusione alla frustrante repressione delle pulsioni a cui è sottoposto l’uomo civilizzato.

Freud nasce in Austria nel 1856 da genitori ebrei. Successivamente la famiglia si trasferisce a Vienna dove Freud intraprende con successo gli studi di medicina fino a conseguire la libera docenza in neurologia. A cavallo del secolo, il giovane medico si mette in luce per una brillante quanto innovativa teoria sull’isteria, individuandone le cause non in una ragione organica, bensì psicologica, approfondendo contemporaneamente il metodo dell’ipnosi che, però, successivamente abbandonerà quando elaborerà la propria teoria psicologica chiamata psicanalisi. Grazie a innovative metodologie di indagine e ardite ipotesi teoriche (inconscio, pulsioni e complesso di Edipo, su tutte) Freud diventa uno dei medici e degli intellettuali più influenti del ‘900. Nel 1923 gli viene diagnosticato un tumore alla mascella che lo condiziona per il resto della sua vita, che termina con la morte a Londra nel 1939.

Io, Es e Super Io secondo la teoria di Freud

Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, ha rivoluzionato il nostro modo di comprendere la mente umana attraverso la propria teoria della psiche strutturata in tre istanze principali: l’Io, l’Es e il Super-Io. Questi tre elementi rappresentano differenti aspetti della personalità e sono costantemente in interazione tra loro, determinando il comportamento e le decisioni di un individuo.

L’Es è l’istanza più primitiva e istintiva della psiche. Rappresenta le pulsioni primordiali e le necessità biologiche, come la fame, la sete e il desiderio sessuale. L’Es opera secondo il principio del piacere, che cerca di soddisfare immediatamente queste pulsioni senza considerare le conseguenze o la realtà esterna. È una forza cieca e impulsiva che desidera solo soddisfazione.

L’Io, d’altro canto, rappresenta la parte conscia e razionale della mente. È la nostra “facciata” esterna, l’aspetto della personalità che interagisce con il mondo esterno. L’Io opera secondo il principio della realtà, cercando di mediare tra le esigenze impellenti dell’Es e le restrizioni del mondo esterno. L’Io comprende la necessità di posticipare la gratificazione, prendere decisioni ponderate e comportarsi in modo socialmente accettabile.

Il Super-Io agisce come un giudice o un controllore interno, rappresentando i valori morali e le norme sociali introiettate durante l’infanzia, in gran parte attraverso l’educazione dei genitori e delle figure autoritarie. Il Super-Io si sforza di far sì che l’Io aderisca a questi standard, spesso attraverso sentimenti di colpa o vergogna quando si agisce in contrasto con questi valori.

La dinamica tra queste tre istanze è al centro della teoria freudiana della personalità. I conflitti tra l’Es, che cerca gratificazione immediata, l’Io, che tenta di navigare nella realtà, e il Super-Io, con le sue aspettative morali, creano tensioni e ansie che possono manifestarsi in varie forme di disturbi psicologici. La psicoanalisi, come metodo terapeutico, mira a rendere consci questi conflitti e a permettere all’individuo di trovare un equilibrio più sano tra queste forze in competizione all’interno della mente.

Il tema della duplicità umana in Freud

La concezione bipartita di amore e morte è esposta da Freud in Al di là del principio di piacere (1920). Nell’opera citata lo psicanalista affronta il tema della duplicità umana e del dualismo insito in ogni uomo tra pulsioni di vita e pulsioni di morte:

  • se da un lato l’uomo risponde a un principio vitale, dinamico, rappresentato dall’eros, indispensabile per il raggiungimento di una soddisfazione individuale;
  • dall’altro risente anche di un principio di morte, statico, da Freud stesso definito thanatos determinato dalle imposizioni sociali, che si traduce in atteggiamenti aggressivi verso il mondo o in tendenze autodistruttive.

Il ragionamento di Freud parte dalla considerazione che ogni uomo desideri per se stesso la felicità, che spesso si traduce nel soddisfacimento di impulsi di natura sessuale. Tuttavia, i limiti imposti dalla società spesso gli impediscono di raggiungere la meta. L’uomo si trova in questo modo imbrigliato da regole che cercano di indirizzare le sue pulsioni libidiche e dalla condivisione di valori quali monogamia e fedeltà.

Questa teoria sarà maggiormente strutturata nell’opera L’Io e l’Es del 1923 in cui, in modo più chiaro, si dipingerà l’Io come un regolatore capace di rimandare il soddisfacimento dei desideri del singolo sulla base dei rapporti che costui intesse nella società.

La psicoanalisi secondo Freud

Quando si parla di psicoanalisi, il nome di Sigmund Freud emerge prepotentemente come colui che ha gettato le fondamenta di questa disciplina rivoluzionaria. Freud introdusse un modo radicalmente nuovo di esplorare e comprendere la mente umana, sostenendo che molte delle nostre azioni, pensieri e sentimenti sono influenzati da desideri e paure inconsci. La psicoanalisi si presenta come una tecnica terapeutica e una teoria della mente, mirata a sondare queste profondità nascoste del nostro essere.

Freud propose che l’essenza della nostra personalità e dei nostri comportamenti è radicata nell’inconscio, una parte della mente a cui non possiamo accedere direttamente ma che esercita un’immensa influenza su di noi. Attraverso la tecnica della libera associazione, in cui il paziente esprime liberamente qualsiasi pensiero gli venga in mente, e l’analisi dei sogni, Freud cercava di sbirciare nell’inconscio, rivelando desideri repressi, conflitti irrisolti e traumi passati.

Uno degli aspetti fondamentali della psicoanalisi è l’idea del trasferimento. Durante la terapia, i pazienti possono iniziare a trasferire sentimenti e atteggiamenti che hanno nei confronti di figure significative nella loro vita, come genitori o partner, sul terapeuta. Questo fenomeno fornisce preziose intuizioni sulla dinamica delle relazioni del paziente e sugli schemi comportamentali che possono essere radicati nell’infanzia.

Freud credeva fermamente che eventi traumatici o esperienze dolorose dell’infanzia potessero essere repressi nell’inconscio, dando luogo a nevrosi o altri disturbi nella vita adulta. Attraverso la psicoanalisi, queste esperienze represse possono essere riportate alla consapevolezza e affrontate, permettendo al paziente di ottenere una maggiore comprensione di sé e, in ultima analisi, una guarigione.

L’approccio di Freud ha suscitato ammirazione e controversia. Mentre molti elogiano la sua audacia nel sondare le profondità della mente umana e identificare l’influenza dell’inconscio, altri lo criticano per le sue teorie su sessualità e sviluppo. Nonostante ciò, l’impatto di Freud sulla psicologia e sulla psichiatria è ineguagliabile, e la sua eredità vive nella pratica e nella teoria della psicoanalisi contemporanea.

Anna, la figlia di Freud

Freud ha sei figli dalla moglie Martha Bernays. Tra tutti, la più famosa è senz’altro Anna la quale, durante i 16 anni della malattia del padre, è sempre presente per accudirlo.

Questa devozione nei confronti del padre nasce anni prima, quando, a causa di disturbi nevrotici, Anna comincia una terapia con Sigmund durata ben 4 anni, divenendo a tutti gli effetti una sua paziente.

Donna pragmatica, non ama sviscerare teorie che possano risultare sterili, in quanto fini a se stesse. Crede fermamente che la psicanalisi possa rappresentare uno strumento di utilità pratica, non soltanto per gli adulti, ma anche per i bambini.

Se il padre aveva rivolto il suo principale interesse e studio all’Es, la figlia approfondisce la tematica dell’Io, nell’opera L’io e i meccanismi di difesa, in cui riprende alcuni concetti già citati dal primo, esplicitando come l’adozione di tali meccanismi di difesa sia naturale e comune in tutti gli esseri viventi.

Anna riconosce una stretta comunicazione tra psicanalisi e pedagogia, attribuendo alla prima il compito di riequilibrare le condizioni psicologiche di bambini che hanno subito traumi durante il loro percorso di crescita. È la prima ad avvalersi della ludoterapia, riconoscendo al gioco un’importanza fondamentale.

Con il tempo Anna diventa una brillante psicanalista specializzata nei disturbi infantili e, diversamente dalla figura di psicanalista distaccato e autorevole che si era ritagliato il padre, riesce a mostrarsi profondamente empatica e cordiale con i suoi pazienti, adottando il linguaggio di questi ultimi: quello infantile.

Video della mappa mentale su Freud

Ripassa le informazioni principali sul pensiero di Freud guardando il video con la mappa mentale narrata.

Mappa mentale su Sigmund Freud

Nella sua indagine sull’inconscio, Freud è fortemente debitore delle filosofie di Platone (e di tutta la cultura greca arcaica e mitologica in generale), Schopenhauer, Nietzsche, nonché del suo brillantissimo collaboratore e amico Carl Gustav Jung. Durante la sua ricerca Freud perviene alla descrizione della mente come di una realtà non unitaria, bensì frammentata, che descrive dapprima con la metafora delle tre “regioni”, o prima topica (Inconscio, Preconscio e Conscio) e successivamente finalizza nella metafora delle tre “istanze”, o seconda topica: Es, Io e Super-Io.

Nel 1900 Freud dà alle stampe uno dei libri più straordinari del secolo, destinato a impressionare e stimolare non soltanto la comunità, ma anche il sentimento comune: L’interpretazione dei sogni. Da questo momento in poi, infatti, non è più possibile assumere un atteggiamento inconsapevole e ingenuo di fronte a fatti quotidiani, eppure misteriosi, quali i sogni, i lapsus e i cosiddetti atti mancati. È la nascita di una nuova disciplina, destinata a dividere le opinioni di specialisti e profani: la psicanalisi o psicologia del profondo.

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