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Karl Popper: vita e pensiero del filosofo della scienza

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Karl Popper, nato nel 1902 a Vienna e deceduto nel 1994 a Londra, è stato uno dei filosofi più eminenti e influenti del XX secolo, in particolare nel campo della filosofia della scienza. La sua carriera attraversò un periodo tumultuoso della storia europea, caratterizzato da due guerre mondiali, l’ascesa e la caduta del nazismo, e le tensioni della Guerra Fredda. Questo contesto influenzò profondamente il suo pensiero, portandolo a concentrarsi su questioni fondamentali riguardanti la natura della conoscenza, la scienza e la società.

In questa lezione, approfondiremo la vita e le teorie dell’autore, il suo contributo alla filosofia della scienza e il concetto di falsificabilità e scopriremo come le sue idee abbiano influenzato il pensiero scientifico e filosofico contemporaneo.

La vita di Karl Popper

Grazie a Popper la filosofia della scienza entra nella sua stagione più matura e consapevole. Sempre più distante dal positivismo ottocentesco e dalle derive scientistiche, grazie ai filosofi della scienza la riflessione sopra la scienza si concentra soprattutto sui limiti e sulle possibilità di quest’ultima, attraverso un ardito ribaltamento di prospettiva: la scienza non deve ricercare prove per confermare le sue teorie, bensì per provare a confutarle.

Karl Popper nasce a Vienna nel 1902, ha studiato matematica, fisica e filosofia all’Università di Vienna. La sua carriera accademica e intellettuale è stata segnata da profonde riflessioni sulla filosofia della scienza, la politica e l’epistemologia. Essendo di origine ebrea, nel 1937 è costretto a riparare in Nuova Zelanda fino al 1946, mentre si trovava in esilio dalla sua patria a causa dell’ascesa del nazismo, ha sviluppato la teoria della “falsificabilità” come criterio distintivo della scienza genuina.

Nell’arco della sua vita Popper non si è occupato solamente di filosofia e di scienza (Logica della scoperta scientifica, 1934; Congetture e confutazioni, 1963), ma è intervenuto spesso anche nel dibattito culturale (La società aperta e i suoi nemici, 1945; Cattiva maestra televisione, 1994) dimostrando sempre grande fiducia nella possibilità della ragione di sostenere le democrazie.

Muore a Londra nel 1994.

Il pensiero di Karl Popper

Karl Popper è stato uno dei pensatori più influenti nell’ambito della filosofia della scienza, ponendosi come protagonista in un periodo di profondi cambiamenti e questionamenti. La sua concezione del metodo scientifico e la sua critica alle teorie tradizionali hanno rivoluzionato il modo in cui concepiamo la scienza e la conoscenza in generale.

Uno dei concetti cardine del suo pensiero è il falsificazionismo, cioè l’idea che ogni affermazione o teoria, per quanto possa sembrare certa o consolidata, è sempre soggetta a revisione o falsificazione in base a nuove evidenze o scoperte. Contrapposto all’induttivismo, che sostiene che le leggi scientifiche possano essere derivate da osservazioni singole, Popper propone il criterio della falsificabilità. Secondo questa visione, una teoria è scientifica solo se può essere sottoposta a test empirici che potrebbero, potenzialmente, dimostrarla falsa.

Popper critica inoltre il determinismo storico e il marxismo, affermando che le teorie che non possono essere falsificate empiricamente non hanno valore scientifico. Questa posizione lo ha spesso posto in contrapposizione con altre correnti filosofiche e scientifiche del suo tempo.

Un altro tema centrale del pensiero popperiano è il rifiuto del positivismo logico, il movimento che cercava di ridurre tutte le affermazioni di senso alla logica e all’esperienza empirica. Per Popper, la scienza avanza attraverso congetture e refutazioni, in un processo di tentativi ed errori, dove le teorie vengono proposte, testate e, se necessario, scartate o modificate.

Infine, Popper si è impegnato anche nel dibattito sulla natura della democrazia e della società aperta, sottolineando l’importanza della critica, del dissenso e della libertà di pensiero come pilastri di una società sana e progredita. La sua visione ha avuto un impatto duraturo, influenzando non solo la filosofia della scienza, ma anche la politica, l’etica e la visione della conoscenza nel mondo contemporaneo.

Le teorie di Karl Popper: falsificabilità e filosofia della scienza

Nel cuore delle riflessioni di Karl Popper si trova il concetto fondamentale della “falsificabilità“.

Questa teoria, discussa nel suo celebre libro “La logica della scoperta scientifica“, ha rivoluzionato l’approccio alla scienza.

Popper sostiene che una teoria scientifica deve poter essere sottoposta a verifiche critiche e che la sua validità dipende dalla possibilità di essere confutata attraverso l’evidenza empirica. Questa prospettiva ha gettato le basi per una nuova visione della scienza, sfidando il tradizionale metodo induttivo.

Un altro concetto sviluppato da Popper è quello relativo alla verificabilità, pilastro fondamentale della sua filosofia della scienza. Contrariamente alla tradizionale concezione che una teoria scientifica debba essere verificata per essere considerata valida, Popper sostiene che la verificazione empirica non è sufficiente a garantire la validità di una teoria scientifica.

Secondo Popper, una teoria scientifica può essere considerata scientificamente valida solo se è falsificabile, cioè se esistono delle circostanze o degli esperimenti che potrebbero dimostrarla falsa. Questa idea si basa sul principio che la scienza dovrebbe essere guidata dalla ricerca delle fallacie, piuttosto che dalla ricerca di conferme.

Tutti i cigni sono bianchi. Oppure no?

Secondo Popper, la scienza non deve andare alla ricerca di “prove” che confermino le sue teorie, piuttosto deve provare a confutarle.

Per esempio, il fatto che fino a oggi si siano osservati soltanto cigni bianchi, non deve indurci a pensare che siccome tutti i cigni osservati sono bianchi, allora tutti i cigni che esistono sono bianchi (principio dell’induzione), ma piuttosto il contrario: considero bianchi tutti i cigni fino a prova contraria. La validità della mia teoria, pertanto, è sempre condizionata dalla prosecuzione della ricerca e dalla vastità delle osservazioni. Nota bene: nel 1697 arrivò in Europa la notizia della scoperta di alcuni cigni neri australiani

Mappa mentale su Karl Popper

Karl Popper ha dato un contributo importantissimo al dibattito filosofico e scientifico. In polemica con i neopositivisti del circolo di Vienna (secondo i quali la scienza doveva verificare le proprie teorie con le evidenze empiriche dei fatti), Popper propone un nuovo approccio metodologico: il falsificazionismo. Una teoria, cioè, non può mai essere definitivamente verificata; tutt’al più è possibile sottoporla a continui esperimenti, controlli e verifiche nel tentativo di confutarla. Quanti più controlli essa riesce a superare positivamente, tanto più essa diviene corroborata, cioè resistente alle critiche e ai tentativi di dimostrarla falsa.

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Frasi celebri di Karl Popper

“[…] tutte le leggi, tutte le teorie, restano essenzialmente provvisorie, congetturali o ipotetiche, anche quando non siamo più in grado di dubitare di esse”.

(Congetture e confutazioni. Lo sviluppo della conoscenza scientifica, 1963)

“Se dovessimo contare sulla… imparzialità degli scienziati, la scienza, perfino la scienza naturale, sarebbe del tutto impossibile”.

(Miseria dello storicismo, 1956)