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Søren Kierkegaard: il padre dell'esistenzialismo

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Søren Kierkegaard, noto come il padre dell’esistenzialismo, è un filosofo che ha influenzato profondamente la filosofia e la teologia moderne con le sue idee sulla vita, la fede e l’individuo. In questo articolo scopriremo insieme la sua vita e ciò che l’ha portato a sviluppare il suo pensiero filosofico in un certo modo.

La vita di Kierkegaard

Søren Kierkegaard nacque il 5 maggio 1813 a Copenaghen, in Danimarca. Proveniva da una famiglia benestante ma afflitta da problemi di salute e da una profonda ansietà religiosa. Era l’ultimo di sette fratelli e prima che compisse vent’anni ne aveva già visti morire cinque, proprio a causa delle condizioni di salute di tutti i membri della sua famiglia.

L’educazione impartita da suo padre è stata quella pietista, incentrata interamente sul rigore e con la paura accentuatissima del peccato. La morte di tanti dei suoi figli, però, fecero sprofondare il padre in una profonda malinconia che si ripercuote, inevitabilmente, anche sul futuro filosofo.

Questo contesto familiare influenzò profondamente la vita e il pensiero di Kierkegaard. Dopo aver studiato teologia all’Università di Copenaghen, Kierkegaard decise di dedicare la sua vita al pensiero filosofico e teologico, producendo una vasta gamma di opere influenti. Morì a soli 42 anni, il 11 novembre 1855, ma le sue idee continuano ad avere un impatto profondo.

La biografia irrequieta del filosofo, che avrebbe dovuto originariamente diventare un pastore secondo il volere del padre e il credo secondo cui è stato cresciuto, lo portò sempre a non saper decidere tra le alternative e a guardare la vita scorrere con fare contemplativo.

Le caratteristiche della filosofia di Kierkegaard

La filosofia di Kierkegaard si distingue per la sua enfasi sull’individualità e sulla soggettività, infatti sfidò il pensiero filosofico e religioso convenzionale del suo tempo, che tendeva a privilegiare l’oggettività e la razionalità.

Kierkegaard sosteneva che la verità è soggettiva e che ogni individuo deve navigare la sua unicità e la sua angoscia esistenziale per trovare un significato. La sua filosofia è spesso vista come l’inizio dell’esistenzialismo, un movimento filosofico che mette l’individuo e la sua esperienza di esistenza al centro del pensiero filosofico.

Ogni uomo, secondo Kierkegaard, è un essere reale e concreto con dei bisogni e delle domande. Per certi versi, lascia andare ogni astrazione e pone l’accento su tutto ciò che di concreto l’uomo è e può fare, realmente. Connesso al concetto dell’esistenza è quello della possibilità, che è per lui una delle caratteristiche fondamentali dell’esistenza stessa dell’uomo.

Questa possibilità è una possibilità-che-sì ma anche una possibilità-che-non: ciò significa che da ogni scelta che l’uomo prende, ne derivano sempre anche delle altre.

Come già accennato, Kierkegaard si focalizza moltissimo sulla soggettività, in particolare secondo lui la storia dell’uomo stesso deriva proprio dall’azione dell’individuo che, incautamente e in modo incerto, prende delle scelte e dà un corso alle cose. La vita, per lui, è sempre caratterizzata da un aut-aut, cioè o-o, perché ogni scelta presa esclude automaticamente tutte le altre.

Gli stadi della vita secondo Kierkegaard

Kierkegaard propose una teoria degli stadi della vita, che vedeva l’individuo passare attraverso tre fasi: l’estetico, l’etico e il religioso. Si tratta di vere e proprie alternative che durante il corso della propria vita l’uomo deve necessariamente prendere e che si escluderanno inevitabilmente a vicenda. In particolare:s

  • Nello stadio estetico, l’individuo è guidato dal piacere e dall’esperienza sensuale. Si tratta di un modo di vivere banale, orientato soltanto al tentativo di vivere un attimo di felicità ed è per questo che il simbolo di questo stadio è il Don Giovanni, che si muove da una relazione all’altra e che per Kierkegaard è soltanto l’emblema di un individuo incapace di stringere delle relazioni realmente significative. È un uomo incapace di scegliere tra le donne e quindi finisce con il non sceglierne nessuna. Questo stadio, in realtà, è soltanto una fase che precede la noia e la disperazione: non scegliendo mai, l’individuo si trova a vivere una vita senza senso e può liberarsene solo giungendo al secondo stadio.
  • Nello stadio etico, l’individuo riconosce la responsabilità morale e cerca di vivere secondo principi etici. In questo stadio, l’individuo prende una scelta e si impegna a portarla avanti, infatti l’emblema è proprio la figura del buon marito. Anche questo stadio, però, è destinato a portare l’individuo a sperimentare una nuova fase di disperazione, questa volta derivata dal fatto di dover fare ciò che ci si aspetta da lui secondo quella scelta iniziale che richiedeva costanza. La vita comincia a diventare routinaria e l’uomo si rende conto di non essere all’altezza di Dio perché resta sempre e comunque un essere peccaminoso.
  • Nello stadio religioso, l’individuo persegue un rapporto personale con Dio, un processo che per Kierkegaard implica un “salto” di fede e l’abbandono della razionalità. L’emblema di questo stadio è Abramo che rinuncia alle leggi morali e segue solo e soltanto le leggi di Dio, riconoscendo il fatto di essere un individuo finito e non paragonabile all’assoluto che è invece Dio. L’individuo riconosce di dipendere da Dio e di credere in qualcosa che non può essere in alcun modo spiegato.

Il paradosso della fede di Kierkegaard

Per Kierkegaard, la fede rappresenta un paradosso, perché richiede all’individuo di credere in qualcosa che è al di là della comprensione razionale. Questo è il cosiddetto “paradosso della fede“. Per Kierkegaard, la fede non è qualcosa che può essere dimostrato o compreso razionalmente, ma qualcosa che l’individuo deve scegliere attivamente.

Mappa mentale su Søren Kierkegaard

Per stampare la mappa con le informazioni principali su Kierkegaard, scarica il pdf qui:

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