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Karl Marx: il pensiero del filosofo dell'alienazione

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Nel corso della storia, poche figure hanno influenzato il panorama filosofico, politico ed economico con la stessa intensità di Karl Marx. Nato nel turbolento XIX secolo, Marx divenne un faro di pensiero critico, gettando le basi per movimenti sociali e rivoluzionari che avrebbero scosso il mondo.

Questa lezione si immerge nella vita e nelle opere di Karl Marx, esplorando come le sue teorie abbiano plasmato il modo in cui comprendiamo la società, l’economia e la politica. Da “Il Capitale” al “Manifesto del Partito Comunista”, esploreremo le fondamenta del suo pensiero e l’eredità che continua a resonare nei dibattiti moderni.

Karl Marx: la vita dell’autore

Con Marx la filosofia torna prepotentemente a essere protagonista sulla scena non soltanto intellettuale ma anche politica dell’Ottocento. Si tratta infatti di un pensatore che ha combattuto tutta la vita in favore della classe operaia, nel tentativo di organizzarla politicamente con lo scopo di rovesciare il sistema capitalistico e dare vita a una società dove avesse finalmente fine lo sfruttamento dell’uomo sopra l’uomo, senza classi, formata da cittadini liberi e uguali.

Karl Marx nasce a Treviri, in Germania, nel 1818, in una famiglia di origini ebraiche, Marx crebbe in un periodo di cambiamenti radicali, dove le rivoluzioni industriali e le tensioni sociali gettarono le basi per le sue idee rivoluzionarie. Il suo pensiero, che abbraccia la filosofia, l’economia e la politica, ha continuato a influenzare il mondo fino ai giorni nostri.

La sua vita è travagliata e caratterizzata da parecchi problemi. Sceglie spesso la via dell’esilio, (Parigi, Bruxelles, Londra) ed è continuamente attanagliato da seri problemi economici, cui riesce a fare fronte solo grazie alla generosità del fedele amico Engels, il quale per tutta la vita gli assicura grande collaborazione e sostegno economico. Oltre a ciò, Marx conosce diversi lutti in famiglia e, a un certo punto, la povertà è talmente grande che è costretto a vendere perfino il cappotto.

Per tutta la vita continua a lavorare al progetto concreto di liberare la classe operaia. L’elaborazione filosofica di Marx è profondamente legata alla critica sociale e all’analisi delle strutture di potere. In collaborazione con Friedrich Engels, scrisse il “Manifesto del Partito Comunista” nel 1848, in cui espose le sue teorie sul materialismo storico, la lotta di classe e la necessità di un cambiamento radicale nella società e dando vita alla cosiddetta “Prima internazionale” nel 1864.

Il suo lavoro più noto, “Il Capitale”, analizzò il funzionamento del sistema capitalistico, mettendo in luce le dinamiche di sfruttamento e disuguaglianza

Muore a Londra nel 1883.

Karl Marx: la differenza tra marxiano, marxista e comunista

Facciamo chiarezza sui termini:

  • Marxiano significa che si riferisce al pensiero originale di Marx.
  • Marxista significa che qualcun altro si ispira e sta interpretando il pensiero marxiano.
  • Comunista significa che si fa riferimento al pensiero marxiano dando vita a una specifica organizzazione economica e sociopolitica.

Non si tratta di distinzioni futili, infatti, nel 1882 Marx in persona polemizzò con il Partito operaio francese, colpevole di aver travisato il suo pensiero. Marx li criticò aspramente dicendo: se questo è il marxismo, allora io non sono marxista!

Le opere e il pensiero di Karl Marx

Una delle sue opere più significative è sicuramente “Il Capitale”, in cui Marx presenta un’analisi dettagliata del sistema capitalistico, svelando le sue contraddizioni intrinseche e la sua tendenza a generare crisi. Nell’opera, introduce concetti chiave come la teoria del valore-lavoro, la plusvalenza e il concetto di alienazione, spiegando come la logica del profitto e la proprietà privata dei mezzi di produzione conducano all’oppressione e all’alienazione del proletariato.

Altre opere importanti includono il “Manifesto del Partito Comunista”, scritto insieme a Friedrich Engels, dove Marx e Engels delineano i principi del comunismo e fanno una chiamata rivoluzionaria alla classe operaia per rovesciare il capitalismo. In “L’Ideologia Tedesca“, Marx sviluppa la sua teoria del materialismo storico, sottolineando l’importanza delle forze produttive e delle relazioni di produzione nello sviluppo storico della società.

Il pensiero di Marx si basa sulla convinzione che le forze economiche siano il motore principale della storia e che le idee, le istituzioni e la cultura siano in gran parte determinate dalla struttura economica di una società. Credeva che il capitalismo, nonostante le sue capacità produttive e innovative, fosse destinato a cadere a causa delle sue stesse contraddizioni, e che sarebbe stato sostituito da una fase socialista e, infine, comunista, in cui la proprietà privata dei mezzi di produzione sarebbe stata abolita e le risorse sarebbero state distribuite in base alle necessità di ciascuno.

Marx non fu solo un teorico, ma anche un attivista che sperava di vedere la realizzazione dei suoi ideali. Sebbene alcune delle sue previsioni non si siano avverate e le implementazioni del comunismo nel XX secolo abbiano spesso portato a risultati tragici, il suo pensiero rimane un punto di riferimento fondamentale per chi studia la società, l’economia e la politica.

Il concetto di alienazione in Marx

In polemica con Feuerbach, che si è limitato ad analizzare la sola alienazione religiosa senza peraltro preoccuparsi di risolverla eliminandone le cause, Marx approfondisce il concetto di alienazione e lo descrive in svariati modi, insistendo in particolare sul suo aspetto disumanizzante e di sottomissione alla macchina, trasformando l’operaio in uno schiavo salariato, parte di un ingranaggio che lo fagocita. Lo sguardo ironico delle commedie lo ha illustrato con straordinaria immediatezza, celando dietro le risate la denuncia sociale.

Il concetto di alienazione occupa un posto centrale e rivela la critica profonda che Marx muoveva al sistema capitalistico. L’alienazione, o “Entfremdung” nella lingua originale tedesca, si riferisce al processo attraverso il quale l’operaio viene separato e distaccato dai frutti del suo lavoro, dalla sua creatività e, in ultima analisi, dalla sua vera essenza come essere umano. Nel sistema capitalistico, secondo Marx, l’operaio non è padrone del prodotto che crea, poiché ciò viene sottratto e venduto dal capitalista, il quale trae profitto dal valore aggiunto generato dal lavoro dell’operaio.

Marx identifica quattro dimensioni principali dell’alienazione:

  • La prima è l’alienazione dall’oggetto di lavoro: l’operaio produce merci che non gli appartengono e dalle quali è separato.
  • La seconda è l’alienazione dal processo di produzione: l’operaio non controlla i mezzi né il metodo di produzione e spesso svolge compiti ripetitivi senza un vero legame con l’intero processo produttivo.
  • La terza dimensione è l’alienazione da se stessi come produttori: nel capitalismo, il lavoro non è un’attività autentica e creativa, ma un mezzo per sopravvivere, rendendo l’operaio estraneo a se stesso.
  • Infine, vi è l’alienazione dagli altri lavoratori, dato che il sistema capitalistico incentiva la competizione piuttosto che la collaborazione.

Marx credeva che questa alienazione fosse il risultato diretto del modo in cui il sistema capitalistico organizza la produzione e la distribuzione della ricchezza. In un sistema in cui prevale la proprietà privata dei mezzi di produzione e in cui l’obiettivo principale è il profitto, l’operaio diventa un semplice ingranaggio, una merce che può essere comprata e venduta. Questa visione dell’alienazione è al cuore della critica marxista al capitalismo e sottolinea la necessità di una trasformazione radicale della società verso un sistema in cui la produzione sia organizzata per soddisfare i bisogni e le aspirazioni di tutti, e non per il profitto di pochi.

Mappa mentale su Karl Marx

Karl Marx mette al centro della sua riflessione il concetto di praxis, cioè una sorta di “teoria-azione”. In altre parole, una teoria è vera soltanto quando dimostra di essere in grado di cambiare la realtà. Secondo Marx, infatti, i filosofi durante due millenni non hanno fatto altro che descrivere la realtà: è giunto ora il momento di cambiarla. Per far ciò, Marx studia approfonditamente il sistema economico capitalistico e poi scrive nel suo capolavoro incompiuto Il capitale (1867) quali sono i difetti intrinseci di tale sistema economico e quali le possibili soluzioni.

Dopo la morte del filosofo, al primo libro del Capitale faranno seguito altri due volumi scritti da Engels e un quarto scritto da Karl Kautsky.

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