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Friedrich Nietzsche: la vita e le opere del filosofo

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Nel panorama dei pensatori del XIX secolo, spicca Friedrich Nietzsche. La sua filosofia radicale, la sua critica alla moralità tradizionale e il suo stile provocatorio hanno fatto di lui un’icona dell’individualismo e dell’esplorazione intellettuale.

In questa lezione, ci addentreremo nella vita e nelle opere di Nietzsche, esplorando le sfumature del suo pensiero e il suo impatto duraturo sulla filosofia moderna. Inoltre, analizzeremo il confronto tra Nietzsche e Gabriele D’Annunzio, due figure che, pur appartenendo a ambiti differenti, condividono alcuni tratti di pensiero e personalità.

Vita di Friedrich Nietzsche: un pensatore rivoluzionario

Nietzsche è il filosofo più sui generis di tutto l’800, nonché il più enigmatico e profetico, degno epigono di Eraclito, detto l’oscuro, vissuto a Efeso nel VI-V a. C. Lo stile aforistico a cui Nietzsche consegnò le sue riflessioni si presta per definizione a mille interpretazioni, contribuendo a generare attorno lui un’aura misteriosa e magnetica al tempo stesso, potenziata dalla sua visione tragica dell’esistenza, tipica della sensibilità degli antichi greci.

Nietzsche nasce in Germania nel 1844, in un piccolo villaggio. Fin da giovane dimostrò un’acutezza mentale fuori dal comune e una passione per la letteratura classica. Studiò filologia classica all’Università di Bonn e successivamente a Lipsia, dove entrò in contatto con importanti figure accademiche.

Rimasto orfano di padre in tenera età, viene cresciuto dalla madre e dalla sorella, con cui avrà un tormentato e litigioso rapporto durante tutta la vita. A soli 25 anni ottiene una prestigiosa cattedra in filologia classica a Basilea, confermandosi come un vero e proprio enfant prodige.

Tuttavia, l’originalità e la forza dirompente della sua prima opera, La nascita della tragedia dallo spirito della musica, 1872, gli inimica l’ambiente accademico. Devastato da una salute cagionevole, Nietzsche diviene rapidamente un giovanissimo e tormentato professore in pensione, trascorrendo il resto della sua vita tra varie località europee nel vano tentativo di trovare sollievo alla propria sofferenza fisica e, a tempo stesso, il riconoscimento per la grandezza del proprio pensiero filosofico. Nel 1889 cade preda della follia, a Torino.

Muore in Germania nel 1900 mentre, ironicamente, il mondo comincia a celebrare la sua infinita grandezza.

Il debito di Freud nei confronti di Nietzsche e Shopenhauer

Il grande padre della psicanalisi, Sigmund Freud, non avrebbe potuto comprendere e descrivere così bene la regione psichica dell’inconscio senza le riflessioni di due grandi filosofi tedeschi che avevano anticipato alcune delle sue indagini e risultati: Schopenhauer e Nietzsche. Ma, mentre del primo Freud riconobbe i meriti, nascose invece di aver letto attentamente anche le opere di Nietzsche.

Tuttavia l’enunciazione dei due principi della psiche umana, eros e thanatos, intesi rispettivamente come principio di conservazione e di distruzione nell’opera Al di là del principio di piacere (1920) non sarebbero stati possibili senza Nietzsche e la distinzione tra apollineo e dionisiaco.

A sua volta i primi scritti di Nietzsche risentono della lettura de Il mondo come volontà e rappresentazione schopenhaueriana. Marcatamente pessimista, Schopenhauer presenta il mondo come una menzogna, rinnegando la presenza di una realtà oggettiva. Sulla scia del filosofo, Nietzsche mette in discussione lo spirito ottimista che, anche a seguito dello sviluppo storico, economico e culturale che l’Europa stava vivendo nel XIX secolo, cullava la società dell’epoca tra veli di menzogne.

Così parlò Zarathustra di Nietzsche

“Così parlò Zarathustra”, pubblicato tra il 1883 e il 1885, rappresenta una delle opere più iconiche e profonde di Friedrich Nietzsche. Il testo si presenta come una serie di discorsi tenuti da Zarathustra, un antico profeta persiano, che, dopo dieci anni di meditazione in solitudine su una montagna, decide di scendere per condividere la sua saggezza con l’umanità.

Il libro è strutturato in una serie di lezioni, parabole e discorsi che esplorano una vasta gamma di argomenti, ma al centro di tutto c’è la proclamazione della “morte di Dio” e la nascita dell’Oltreuomo. Zarathustra afferma che l’umanità ha “ucciso” Dio con il suo scetticismo e la sua scienza, e ora l’umanità deve affrontare le conseguenze di vivere in un mondo senza una guida divina o un ordine morale prestabilito. In questo mondo post-divino, Nietzsche vede l’opportunità per l’emergere dell’Oltreuomo, un individuo che può trascendere la morale tradizionale e creare nuovi valori basati sulla volontà di potenza.

Un altro concetto chiave introdotto nel libro è l’idea dell’eterno ritorno, la nozione che tutto ciò che accade si ripeterà all’infinito in un ciclo senza fine. Zarathustra pone la domanda: se un demone ti dicesse che dovresti rivivere la tua vita esattamente come l’hai vissuta, innumerevoli volte, lo vedresti come una maledizione o come un dono?

La prosa di “Così parlò Zarathustra” è ricca e poetica, e l’opera si distingue per la sua combinazione di profondità filosofica e bellezza letteraria. Nietzsche sfida i suoi lettori a riflettere criticamente sulla natura dell’esistenza, sul significato della vita e sulla possibilità di superare i limiti imposti dalla tradizione e dalla società. Mentre il messaggio dell’opera può sembrare oscuro o persino nichilista, alla base c’è un invito ottimistico alla liberazione individuale e alla realizzazione del proprio potenziale.

Superuomini a confronto: Nietzsche vs D’Annunzio

Quando si parla di “Oltreuomo” o “Superuomo”, si evocano immediatamente due grandi figure della storia del pensiero e della letteratura: Friedrich Nietzsche e Gabriele D’Annunzio. Entrambi hanno fornito visioni potenti di un tipo di essere umano trascendente, ma le loro interpretazioni differiscono in modi fondamentali.

Nietzsche introduce il concetto di “Oltreuomo” (Übermensch) in “Così parlò Zarathustra”. Per lui, l’Oltreuomo rappresenta una futura forma evolutiva dell’umanità, che si eleva al di sopra delle convenzioni sociali e morali per creare nuovi valori. Questa figura non è guidata da una moralità prescritta o da dogmi religiosi, ma piuttosto dalla sua volontà di potenza e dalla capacità di autoaffermarsi. L’Oltreuomo nietzschiano è un individuo che ha superato le limitazioni dell’umanità tradizionale e ha raggiunto una nuova comprensione della vita, liberandosi dalle catene dell’illusione metafisica.

D’Annunzio, poeta e scrittore italiano, presenta una visione del “Superuomo” che, sebbene influenzata dalle idee di Nietzsche, ha delle sfumature distintamente differenti. Nel suo mondo letterario, il Superuomo è una figura eroica, spesso aristocratica, che vive secondo un codice d’onore personale e che persegue la bellezza, l’arte e le esperienze sensoriali con una passione inarrestabile. Questi superuomini di D’Annunzio sono individui eccezionali che abbracciano la vita in tutta la sua pienezza, sfidando la morte, le convenzioni sociali e persino la morale tradizionale in nome dell’arte e dell’estasi personale.

Sebbene sia Nietzsche che D’Annunzio vedano le loro figure trascendenti come antitesi dell’individuo medio, limitato dalle convenzioni e dalle norme sociali, le loro interpretazioni differiscono nel modo in cui concepiscono questa trascendenza. Mentre l’Oltreuomo di Nietzsche è una critica radicale alla moralità e alla religione tradizionali, il Superuomo di D’Annunzio è una celebrazione dell’individualismo estremo e della ricerca estetica. Entrambi i concetti hanno lasciato un’impronta indelebile nel discorso filosofico e artistico, sfidando le generazioni successive a riflettere sul potenziale e sui limiti della natura umana.

Nietzsche definisce Oltreuomo colui che supera la finitezza dell’umano, che riesce a lasciarsi alle spalle tutti i valori della morale presente, liberandosi da tutti i suoi condizionamenti, incluso quello di Dio e della religione. L’Oltreuomo vive al di là del bene e del male e regge la morte di Dio senza scappare, accusando il colpo. Riesce ad accettare l’asprezza della vita, la sua imperfezione senza rifuggirla.

Il Superuomo di D’Annunzio è un esteta che cerca di fare della propria vita un’opera d’arte. Conduce una vita ricca di ebbrezza e dinamismo in campo letterario, militare e politico, proprio come lo stesso Gabriele D’Annunzio. I valori che si propone di seguire sono forza, coraggio, bellezza; accetta di buon grado lo scontro e incentiva la guerra, esaltando l’istinto e le passioni. Gli stessi futuristi si ispireranno al superuomo dannunziano.

La strumentalizzazione nazista

Elisabeth Forster Nietzsche (sorella del filosofo) e, soprattutto, suo marito sono i due principali responsabili di uno dei più grandi fraintendimenti e manipolazioni che abbiano mai riguardato il pensiero di un filosofo. Ancora oggi, infatti, è possibile rintracciare false ricostruzioni secondo le quali il grande filosofo tedesco sarebbe stato un antesignano del futuro pensiero nazista attraverso l’annuncio della morte di Dio e la definizione dell’Oltreuomo.

Nulla di più falso, come hanno definitivamente mostrato gli studiosi italiani Giorgio Colli e Mazzino Montinari, grazie ai quali le opere complete di Nietzsche sono state restituite alla loro versione originale e sono state integralmente tradotte in italiano, mostrando la totale e completa inconsistenza di queste tesi mistificatorie.

Durante il periodo nazista, la filosofia di Nietzsche, e in particolare l’idea dell’oltreuomo, fu gravemente travisata e usurpata per fini propagandistici e ideologici. I nazisti, nel loro tentativo di giustificare l’ideologia della superiorità razziale e del nazionalismo radicale, presero il concetto di superuomo e lo utilizzarono come simbolo della presunta superiorità della “razza ariana“. In questa distorsione, l’Übermensch di Nietzsche divenne un ideale di forza, purezza e dominazione razziale, lontano dall’originale visione nietzschiana di un individuo libero e autentico.

Inoltre, è stato suggerito che la sorella di Nietzsche, Elisabeth Förster-Nietzsche, che era simpatizzante delle idee naziste, abbia avuto un ruolo nell’alterare e presentare le opere di Nietzsche in una luce che avrebbe potuto essere più favorevole all’ideologia nazista. Nonostante ciò, è importante sottolineare che la visione di Nietzsche era fondamentalmente opposta a quella dell’antisemitismo, del nazionalismo estremo e della violenza propagata dal regime nazista. La manipolazione del pensiero di Nietzsche durante l’era nazista serve come avvertimento sulle pericolose conseguenze che possono derivare dall’uso distorto e strumentalizzato di idee filosofiche complesse.

Mappa mentale su Nietzsche

Nietzsche è uno di quegli autori solitari e originali che non danno vita a una scuola di pensiero, né sono seguiti da studenti o seguaci. Tuttavia, la sua importanza e influenza nel pensiero filosofico di tutto il ‘900 è difficilmente sovrastimabile tanto che, ancora oggi, è uno dei filosofi la cui riflessione è continuo oggetto di approfondimento, interpretazione e infinita riscoperta.

Celeberrima è anche la sua amicizia con il grande compositore Richard Wagner e sua moglie seppure in seguito, dopo alcuni anni, il sodalizio si rompa e Nietzsche non riallacci mai più i suoi rapporti con gli ex amici, rinnegando quell’epoca della vita e quella stagione del suo pensiero.

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