Prerequisiti per affrontare la lezione sul Crepuscolarismo
Per affrontare la lezione sul Crepuscolarismo è necessario conoscere D'Annunzio.
Il Crepuscolarismo è una corrente letteraria che rifiuta i modelli di Carducci e D'Annunzio privilegiando una poesia dai toni tenui, malinconica e delle piccole cose. Negli stessi anni in prosa si afferma il romanzo della crisi, che mette in scena il disagio esistenziale.
Il termine Crepuscolarismo viene usato per indicare una corrente letteraria del primo Nocevento che comprende autori come Guido Gozzano e Sergio Corazzini. Il nome indica metaforicamente la fine della parabola della poesia italiana, che è giunta al crepuscolo dopo aver superato il mattino (il Trecento), il mezzodì (tra Quattrocento e Seicento), il primo meriggio (il Settecento) e il vespro (l'Ottocento).
Tra i temi ricorrenti c'è il disagio esistenziale, trattato anche in prosa nel cosiddetto romanzo della crisi, che introduce la figura dell'inetto.
Per affrontare la lezione sul Crepuscolarismo è necessario conoscere D'Annunzio.
Il Crepuscolarismo è una tendenza poetica di inizio Novecento che predilige la quotidianità alla sublimità della poesia dannunziana.
Il nome è un implicito richiamo al momento del crepuscolo, caratterizzato da una luminosità incerta e limitata. In senso metaforico il termine suggerisce una situazione di malinconia propria di quei poeti che riconoscono la propria finitezza e fanno della loro semplice quotidianità la materia della loro produzione poetica.
Non parliamo di un movimento letterario organizzato, bensì di una tendenza comune a tutti coloro che, in un tempo assai circoscritto (1903-1911) affrontano le medesime tematiche e adottano le stesse scelte linguistiche.
La letteratura eroica viene rifiutata a favore di toni più dimessi che esprimono il disagio esistenziale del poeta.
Il Crepuscolarismo ha i suoi due centri nelle città di Roma e Torino: del gruppo romano fa parte Sergio Corazzini, mentre Guido Gozzano è il maggiore esponente del gruppo torinese.
Negli stessi anni in prosa il romanzo introduce la figura dell'inetto, caratterizzato da una psicologia complessa in contrasto con la società che lo circonda.
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Nel caso di Gozzano, produzione poetica e biografia sono legate a doppio filo: le materie della prima sono profondamente influenzate dalla grave malattia che lo colpisce ancora giovane, portandolo alla morte a soli 32 anni.
Ecco dunque che alle imprese inimitabili dannunziane, Gozzano contrappone la sua breve e banale esistenza. La sua poesia non è più in grado di farsi portavoce delle aspettative umane sul futuro. Proprio da questa consapevolezza deriva la sua pungente ironia: scrivere è come prendere in giro sé stessi. L’ironia del poeta si traduce in una parodia delle strutture metriche classiche, accompagnata da apertura lessicale e originalità stilistica.
I colloqui è una raccolta di ventiquattro poesie di Guido Gozzano, divisa in tre sezioni:
Il primo componimento, come pure l'ultimo, è intitolato proprio I colloqui. Qui Gozzano esprime il rimpianto di una giovinezza non vissuta, con uno stato d'animo di nostalgia e malinconia.
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