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Realismo, naturalismo e verismo: le differenze

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Il verismo, il naturalismo e il realismo sono tre correnti letterarie fondamentali che hanno profondamente influenzato la narrativa e la drammaturgia tra la metà del XIX e l’inizio del XX secolo. Queste correnti, pur presentando caratteristiche e contesti specifici, condividono un impegno comune verso una rappresentazione accurata e non idealizzata della realtà, spesso concentrandosi su classi sociali fino ad allora trascurate dalla letteratura del periodo.

Il Realismo, emerso in Francia a metà del XIX secolo, si proponeva di rappresentare la vita quotidiana in modo fedele e dettagliato, spostando l’attenzione dalle idealizzazioni romantiche a una rappresentazione più autentica e meno edulcorata della società. Autori come Gustave Flaubert e Honoré de Balzac esplorarono le complessità della vita sociale e psicologica, portando alla luce le ipocrisie e le ingiustizie dell’epoca.

Il Naturalismo, una branca più estrema del Realismo, sviluppato principalmente da Émile Zola, si concentrava sull’influenza dell’ambiente, dell’ereditarietà e delle condizioni sociali sul comportamento umano. Con un approccio quasi scientifico, questa corrente cercava di esaminare e denunciare le condizioni di vita delle classi lavoratrici e dei più emarginati, spesso con un tono più cupo e pessimista.

Il Verismo, sviluppato in Italia verso la fine del XIX secolo, condivide molte delle premesse del Realismo e del Naturalismo, ma con una forte enfasi sulle peculiarità locali e regionali. Autori come Giovanni Verga e Luigi Capuana si sono concentrati sulla vita rurale e sulle tradizioni siciliane, dando voce a personaggi e storie precedentemente ignorati dalla letteratura nazionale.

Scopriamole insieme!

Le caratteristiche del Realismo

Il Realismo, come corrente letteraria, emerge nel contesto storico e culturale della metà del XIX secolo, caratterizzato da profondi cambiamenti sociali, economici e politici. Questo movimento si distingue per la sua determinazione a ritrarre la vita quotidiana con una fedeltà senza precedenti, spostando l’attenzione dai temi romantici e idealizzati a una rappresentazione più cruda e realistica della società.

Una delle caratteristiche principali del Realismo è la scelta di soggetti ordinari e quotidiani. I realisti tendono a focalizzarsi su personaggi comuni, come la classe media emergente, i lavoratori e i contadini, raffigurando le loro vite senza abbellimenti. Questo si contrappone all’enfasi romantica su eroi, nobili e figure eccezionali, promuovendo una democratizzazione dei soggetti letterari.

L’attenzione ai dettagli è un altro pilastro del Realismo. Gli autori di questa corrente si impegnano in descrizioni precise e minuziose degli ambienti, degli oggetti e delle circostanze, cercando di catturare la realtà in tutte le sue sfaccettature. Questo approccio dettagliato serve a immergere il lettore nell’ambiente e nella vita dei personaggi, rendendo l’esperienza narrativa più immersiva e autentica.

Il linguaggio realista tende a essere diretto e semplice, evitando l’ornamentazione e la retorica tipiche della letteratura precedente. Questo stile si avvicina al modo di parlare della gente comune, rendendo la narrazione più accessibile e meno artificiosa.

Inoltre, il Realismo si caratterizza per una forte componente critica e sociale. Attraverso la rappresentazione fedele della realtà, gli autori realisti spesso denunciano le ingiustizie, le disuguaglianze e le ipocrisie della società. L’interesse per le condizioni sociali, economiche e politiche dell’epoca diventa un aspetto centrale delle loro opere, che non di rado hanno una funzione di denuncia o di riflessione etica.

Infine, il Realismo si distingue per la sua rappresentazione psicologica dei personaggi. A differenza del Romanticismo, che spesso idealizzava i personaggi e le loro emozioni, il Realismo si dedica all’esplorazione accurata e approfondita della psiche umana, dei suoi conflitti interni e delle sue complessità. Questo interesse per la dimensione psicologica contribuisce a creare personaggi multidimensionali e credibili, che riflettono la complessità dell’esperienza umana.

Le caratteristiche del Naturalismo

Il Naturalismo, sviluppatosi nella seconda metà del XIX secolo come una ramificazione più estrema e scientifica del Realismo, si caratterizza per un approccio particolarmente rigoroso e analitico nella rappresentazione della realtà. Questa corrente, che ha avuto in Émile Zola uno dei suoi massimi esponenti, mira a una rappresentazione oggettiva e spesso cruda della società, con una particolare attenzione ai dettagli più duri e meno piacevoli della vita umana.

Una delle principali caratteristiche del Naturalismo è il suo approccio quasi scientifico alla letteratura. I naturalisti adottano un metodo di osservazione e descrizione che si ispira alle scienze naturali, cercando di analizzare e documentare la realtà sociale e umana con la stessa oggettività di un esperimento scientifico. Questo implica una forte enfasi sui dettagli fisici e ambientali, che sono considerati fattori determinanti nel plasmare le vite e i destini dei personaggi.

Il determinismo è un altro concetto fondamentale del Naturalismo. Questa corrente sostiene che il comportamento umano è determinato da forze esterne, come l’ereditarietà e l’ambiente sociale. I personaggi nelle opere naturaliste sono spesso prigionieri delle loro circostanze, con poco controllo sul proprio destino. Questa visione deterministica si riflette nella frequente rappresentazione di vite segnate dalla povertà, dalla malattia, dall’abuso di alcol e da altre forme di degrado sociale.

Il Naturalismo tende anche a concentrarsi su argomenti e personaggi che sono stati tradizionalmente esclusi dalla letteratura “rispettabile”. Protagonisti sono spesso individui ai margini della società, come lavoratori, contadini, prostitute e alcolisti. Le loro storie vengono raccontate con un realismo crudo e senza veli, evidenziando le ingiustizie e le difficoltà delle classi sociali più basse.

Lo stile del Naturalismo si caratterizza per una prosa diretta e non ornamentale. Sebbene dettagliato, il linguaggio tende ad essere funzionale, con l’obiettivo di trasmettere la realtà in modo chiaro e senza distorsioni. A differenza del Realismo, che può ancora contenere tracce di soggettività, il Naturalismo si sforza di mantenere un tono il più possibile neutrale e oggettivo.

Infine, il Naturalismo spesso assume un tono più cupo e pessimista rispetto al Realismo. Mentre il Realismo si concentra sulla fedele rappresentazione della realtà, il Naturalismo tende a sottolineare gli aspetti più duri e brutali dell’esistenza, spesso lasciando poco spazio per la speranza o il riscatto.

Le caratteristiche del Verismo

Il Verismo è una corrente letteraria che si sviluppa in Italia verso la fine del XIX secolo, e si afferma come una risposta locale ai movimenti del Realismo e del Naturalismo, pur avendo delle caratteristiche distintive. Gli scrittori veristi, tra cui spiccano figure come Giovanni Verga e Luigi Capuana, si concentrano sulla rappresentazione fedele e spesso cruda della realtà sociale, con un’attenzione particolare alla vita rurale e alle classi meno privilegiate.

Una delle caratteristiche salienti del Verismo è l’enfasi sulla descrizione della vita quotidiana delle classi popolari, specialmente in ambienti rurali o semi-rurali. Gli autori veristi tendono a raccontare storie di contadini, pescatori e artigiani, portando alla luce le loro lotte, le aspirazioni e le delusioni. Questo interesse per il “mondo minore” si distingue nettamente dall’attenzione borghese e urbana tipica del Realismo.

Il linguaggio utilizzato nel Verismo è diretto e semplice, in quanto mira a riflettere il modo di parlare delle persone comuni. Gli scrittori veristi fanno ampio uso del dialetto e delle espressioni locali per dare autenticità ai loro racconti e per avvicinarsi il più possibile alla realtà parlata delle comunità che descrivono. Questo utilizzo del linguaggio locale contribuisce a creare un forte senso di luogo e di identità culturale nelle loro opere.

Un’altra caratteristica distintiva del Verismo è la sua focalizzazione sulla natura e sull’ambiente come elementi centrali delle storie. L’ambiente non è solo uno sfondo, ma spesso gioca un ruolo attivo nelle vicende, influenzando la vita e le scelte dei personaggi. Questa attenzione all’ambiente riflette un profondo legame con il territorio e con le tradizioni locali.

Il Verismo, inoltre, si distingue per un approccio narrativo che spesso include una forte componente di critica sociale. Attraverso le loro opere, gli scrittori veristi esplorano temi come la povertà, l’ingiustizia e l’oppressione, mostrando la durezza della vita per le classi meno agiate e criticando le strutture sociali che perpetuano queste condizioni.

Infine, a differenza del Naturalismo, che tende a essere più pessimista e deterministico, il Verismo spesso lascia spazio a una maggiore complessità emotiva e morale. I personaggi veristi, pur essendo influenzati dal loro ambiente e dalle loro condizioni di vita, mostrano una gamma più ampia di emozioni e conflitti interni, offrendo una visione più sfumata della natura umana.

Le differenze tra Realismo, Naturalismo e Verismo

Le correnti letterarie del Realismo, Naturalismo e Verismo, pur essendo strettamente interconnesse e condividendo molti principi fondamentali, presentano caratteristiche distintive che le differenziano tra loro. La comprensione di queste differenze è fondamentale per apprezzare le sfumature e le evoluzioni nel panorama letterario tra il XIX e il XX secolo.

Il Realismo, che ha le sue radici nella letteratura francese di metà XIX secolo, si focalizza sulla rappresentazione fedele e dettagliata della realtà quotidiana. Si caratterizza per l’attenzione alla vita borghese e alle classi emergenti, con uno stile narrativo che enfatizza dettagli accurati e un linguaggio accessibile. I realisti cercano di catturare la vita nella sua totalità, evitando di idealizzare o esagerare, con una particolare attenzione alla dimensione psicologica dei personaggi.

Il Naturalismo, sviluppato come un’estensione del Realismo, prende una direzione più estrema e deterministica. Questa corrente, con figure chiave come Émile Zola, si concentra su come l’ambiente, l’ereditarietà e le condizioni socio-economiche influenzano il comportamento umano. La narrazione naturalista tende ad essere più cupa e pessimista, con una forte enfasi sulle classi lavoratrici e sui lati più oscuri della società. Il linguaggio è diretto e spesso crudo, e c’è una tendenza a trattare argomenti controversi e tabù.

Il Verismo, concentrato principalmente in Italia, si distingue sia dal Realismo che dal Naturalismo per il suo focus sulla vita rurale e sulle specificità regionali. I veristi, come Giovanni Verga, utilizzano il dialetto e le espressioni locali per dare autenticità ai loro racconti, immergendo il lettore in un contesto culturalmente ricco e dettagliato. Anche se condivide con il Naturalismo l’attenzione alle classi sociali più basse, il Verismo tende a offrire una visione meno fatalistica e più sfumata della vita umana, mostrando una gamma più ampia di emozioni e conflitti interni.

Gli elementi di continuità tra queste correnti sono evidenti nel loro comune impegno a rappresentare la realtà senza idealizzazioni, mostrando la vita quotidiana con un occhio critico e analitico. Tutte e tre le correnti si concentrano sulla vita delle classi meno privilegiate, offrendo una voce a storie e personaggi spesso ignorati nella letteratura precedente. Inoltre, c’è un interesse condiviso per l’ambiente e le circostanze sociali come forze determinanti nella vita dei personaggi.

In sintesi, mentre il Realismo si concentra sulla rappresentazione accurata della realtà quotidiana con un occhio critico, il Naturalismo spinge questa rappresentazione verso un’esplorazione più cruda e deterministica e il Verismo porta questa tendenza nella specificità del contesto italiano, con un particolare interesse per il mondo rurale e le tradizioni locali. Queste differenze sottolineano l’evoluzione e la diversità del pensiero letterario in questo periodo storico, riflettendo le varie sfaccettature della società e della condizione umana.

Madame Bovary contro l’ideale di eroina romantica

L’ondata di realismo che sconvolge l’Europa della metà dell’Ottocento travolge anche Gustave Flaubert che, con Madame Bovary (1856), critica aspramente l’ideale di eroina romantica, ormai passato.

Emma Bovary è una donna annoiata e comune, che il romanticismo letterario e sentimentale ha caricato di false aspettative. La lettura dei suoi romanzi preferiti rappresenta la sua unica ancora di salvezza. Emma è quindi vittima inconsapevole di una spaccatura tra le sue aspettative di vita, fondate sugli stereotipi più scontati del Romanticismo, e l’esistenza mediocre e provinciale che vive, al fianco di un marito privo di ambizioni.

Come si evince dal brano presentato, la protagonista non vuole un’esistenza semplice, fatta di stabilità e certezze. Cerca imprevisti e tumulti, che trova nelle relazioni extraconiugali, quanto di più vicino alla vita che sogna:

“L’amore, pensava, doveva manifestarsi di colpo, esplosione di lampi e fulmini, uragano dei cieli che si abbatte sulla vita, la sconvolge, strappa via ogni resistenza come uno sciame di foglie e risucchia nell’abisso l’intiero cuore.”

In onore della protagonista, la tendenza a negare la crudezza e il realismo della vita vera, per rifugiarsi in un sogno addolcito è tuttora ricordato come bovarismo.

Flaubert si limita a descrivere le vicende in modo distaccato e realista. Da parte sua non trapela alcun giudizio circa i comportamenti immorali della protagonista. L’unica critica che lo scrittore avanza è quella nei confronti della borghesia dell’epoca: i personaggi del romanzo, assetati di lusso e frivolezze, perseguono la ricchezza e lo sfarzo come unico obiettivo, incapaci di comunicare tra loro.

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I Manifesti di Naturalismo e Verismo

Il saggio Il romanzo sperimentale di Émile Zola, pubblicato nel 1880, è considerato il manifesto del Naturalismo francese perché affida alla letteratura il compito di riprodurre in modo oggettivo la realtà, senza il coinvolgimento personale dell’autore e con il solo scopo di indagare il funzionamento dei comportamenti dell’uomo, scoprendone le cause in rapporto alle condizioni individuali o ambientali.

Ecco la definizione che Zola dà del romanziere: “il romanziere è insieme un osservatore ed uno sperimentatore. L’osservatore per parte sua pone i fatti quali li ha osservati, individua il punto di partenza, sceglie il terreno concreto sul quale si muoveranno i personaggi e si produrranno i fenomeni. Poi entra in scena lo sperimentatore che impianta l’esperimento, cioè fa muovere i personaggi in una storia particolare, per mettere in evidenza che i fatti si succederanno secondo la concatenazione imposta dal determinismo dei fenomeni studiati”.

Tra i manifesti del Verismo c’è la prefazione alla novella L’amante di Gramigna di Verga, scritta in forma di lettera indirizzata all’amico Salvatore Farina. Vi si trovano enunciati i principi del Verismo:

  • letteratura aderente alla realtà
  • nascondimento dell’autore che deve essere il più oggettivo e impersonale possibile
  • attenzione a psicologia dei personaggi.

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Il realismo nell’arte

Gli scrittori non sono gli unici a maturare una coscienza sociale: la corrente realista investe anche il campo artistico. Qui l’attivismo si manifesta nella creazione di opere di denuncia, che rappresentano le aberranti condizioni di vita delle classi più umili.

I dipinti realisti raffigurano scene di duro lavoro, eventi storici e momenti di lotta sociale per i diritti di operai e contadini, diretta conseguenza della Prima Rivoluzione Industriale. Se a offrire uno spaccato della vita dei contadini in campagna è Jean-François Millet, a ritrarre la condizione del proletariato cittadino ci pensa Honoré Daumier.

Gustave Courbet è considerato il fondatore del Realismo in Francia. Gli spaccapietre (1849) è una delle sue opere più iconiche, che descrive in modo realistico il duro lavoro degli operai in Francia a metà dell’Ottocento. L’opera è andata distrutta durante i bombardamenti a Dresda, in Germania, nella Seconda Guerra Mondiale. Il dipinto è una riproduzione sfacciata della povertà. I due soggetti hanno evidentemente età differenti, eppure si ritrovano a compiere lo stesso faticoso e umile lavoro. Quali sono dunque le prospettive di vita e futuro per il ragazzo più giovane? Courbet pone i suoi osservatori di fronte alla cruda realtà: non c’è speranza di ascesa sociale per i sottoproletari.

La stessa denuncia nei confronti di un lavoro alienante è espressa, proprio negli stessi anni, anche da Karl Marx.

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Mappa di Realismo, Naturalismo e Verismo da stampare: opere

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