Lo stile linguistico dello storico latino Tacito cozza con i classici canoni di armonia e simmetria ciceroniana: le sue frasi aspre e spezzate si fanno portavoci di un'imperfezione stilistica, specchio di ricchezza e profondità di contenuti.
Le sue ardite scelte stilistiche e formali sono il riflesso della crisi che la Roma del I secolo sta vivendo in campo sociale e politico. Il modello stilistico che utilizza, né scorrevole, né tantomeno di facile comprensione, rappresenta un’elaborazione della struttura formale priva di precedenti.
Negli Annales (114-120 d.C.) l’autore descrive i fatti storici avvenuti dalla morte dell’imperatore Augusto a quella di Nerone. Siamo di fronte a un’interpretazione moralistica della storia: il giudizio a cui i lettori giungono su ciascuno dei personaggi è determinato dalle qualità morali di cui essi stessi si fanno portatori.
Allo scopo di creare un'aura tragica attorno ai singoli protagonisti, il modello a cui Tacito si ispira fa capo all’inconcinnitas, contrapposto alla concinnitas ciceroniana: lo storico insinua, ma non dice apertamente, fa scorgere, ma non mostra.
Il suo stile è conciso, serrato. Nel suo periodare nessuna parola è inutile o sostituibile. Il frequente uso di costrutti nuovi e arditi, di ellissi (omissioni) di congiunzioni e verbi, di asimmetrie è il segno di un lavoro a tavolino, in cui nulla è lasciato al caso. Come accennato, l’inconcinnitas tacitiana è l'espressione stilistica dell’incertezza e dell'instabilità percepite dallo storico, che vive in un periodo infelice della storia di Roma.
Esempi concreti? Leggi il testo a fianco. Sono evidenziate alcune caratteristiche dello stile tacitiano:
Per un ripasso più approfondito, ascolta la puntata del podcast Maturadio dedicata all’autore latino: “Tacito”.