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La nostalgia: caratteristiche nella letteratura

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

La nostalgia, come tema letterario, è un filone profondamente esplorato e ricorrente nella letteratura mondiale, un sentimento universale che traspare attraverso le pagine di innumerevoli opere. Essa si manifesta come una sorta di malinconia o desiderio per il passato, spesso idealizzato o rimpianto. La nostalgia in letteratura può assumere molteplici forme, dalla reminiscenza dolce-amara di momenti felici andati perduti, alla tristezza profonda per un’epoca passata o un luogo lontano.

Nei testi letterari, la nostalgia è spesso utilizzata per dare profondità emotiva ai personaggi, rendendoli più complessi e sfaccettati. Attraverso i loro ricordi e riflessioni, gli autori possono esplorare temi come il passaggio del tempo, la perdita, l’identità e il senso di appartenenza. Questo tema può essere esplorato in diverse epoche e contesti, riflettendo il senso universale di connessione e perdita che tutti gli esseri umani sperimentano.

La rappresentazione della nostalgia può variare da una dolce e delicata malinconia per piccoli momenti quotidiani a un sentimento più profondo e travolgente, legato a grandi cambiamenti storici o personali. Spesso, la nostalgia si lega alla storia, alla geografia e alla cultura, offrendo agli scrittori un ricco terreno su cui costruire le loro storie.

In molte opere letterarie, la nostalgia è utilizzata per commentare il presente. Riflettendo sul passato, sia a livello personale sia collettivo, gli autori possono offrire una critica delle condizioni attuali o evidenziare ciò che è stato perso nel corso del tempo. Allo stesso tempo, la nostalgia può servire come mezzo di fuga, permettendo ai personaggi (e ai lettori) di immergersi in un passato più semplice o più felice come contrasto alle complessità del presente.

Vediamone insieme le caratteristiche!

Dalla letteratura greca: I Νόστοι (nòstoi) per alleviare la nostalgia

Quindi la letteratura greca non ha nulla a che fare con il concetto di nostalgia? Falso, ma il suo significato non ha ancora quel carico emotivo che acquisirà successivamente. La nostalgia è intesa per i greci come il desiderio di tornare in patria. A dimostrazione di ciò vi è un intero filone letterario, nato proprio nell’antica Grecia: i Nòstoi, letteralmente “ritorni”, poemi epici incentrati sul ritorno in patria degli eroi achei a guerra di Troia conclusa.

Per tutti il ritorno a casa assume i tratti di un miraggio, di un sogno ardentemente desiderato durante la lunga esperienza bellica. In questa prospettiva l’Odissea è da considerarsi il nòstos per eccellenza, nonché l’unico della tradizione letteraria giunto sino a noi.

Siamo sicuri tuttavia che il tanto agognato ritorno a casa rappresenti un lieto fine per ciascun eroe? Se per Nestore e Menelao il nòstos rappresenta un ritorno alla normalità, lo stesso non può dirsi per Odisseo o per Agamennone. La loro storia offre uno spunto di riflessione: il tempo non trascorre soltanto per i combattenti, lontani dalla loro terra di origine, ma anche per le rispettive famiglie. Il primo si trova a dover lottare per recuperare il suo ruolo di sovrano e, una volta ripristinato l’ordine, è spinto dalla sua proverbiale curiosità a rimettersi in viaggio; il secondo viene addirittura ucciso dall’amante della moglie, uomo a cui si era legata durante i dieci anni di assenza del marito.

Sebbene si tratti di materiale epico, il sentimento di nostalgia per la propria terra, sostituito da un senso di insoddisfazione e infelicità una volta fatto ritorno a casa, si riproporrà uguale a se stesso nell’animo dei reduci di guerra, a conflitti mondiali conclusi.

Più che semplice nostalgia: la Sehnsucht romantica

Se intendiamo la nostalgia come il desiderio di riappropriarsi di ciò che è passato, questa condizione di insoddisfazione assume nel pieno Romanticismo sfumature più profonde e irreversibili, traducibili come Sehnsucht, un inconsolabile desiderio per qualcosa di imprecisato. Come riuscire dunque a trovare pace se i confini della nostra meta sono ancora offuscati?

In tedesco, la “Sehnsucht” può essere interpretata come la dipendenza da desiderio, che porta l’uomo a non provare mai soddisfazione per ciò che raggiunge o possiede, trasformando questa continua frustrazione in un sentimento autodistruttivo.

Il viandante sul mare di nebbia (1818) di Caspar David Friedrich è l’opera che per antonomasia raffigura al meglio questa propensione dell’uomo per l’irraggiungibile. La forza del dipinto si gioca interamente sul contrasto di colore tra il protagonista, sagoma scura raffigurata di spalle, e la fitta nebbia che emerge dalle montagne. Che si tratti di Goethe o di un colonnello della fanteria sassone, l’opera è un’immagine iconica dell’uomo romantico, la cui fragilità si contrappone alla scienza e alla razionalità dell’epoca illuminista.

Un paesaggio che suscita nostalgia: Addio ai monti di Manzoni

Naufragato il piano del matrimonio a sorpresa e il tentativo di rapire la giovane, Renzo e Lucia scendono a patti con la realtà: rimanere in paese è poco sicuro e devono dividersi. Per fuggire da Lecco, Lucia si imbarca presso la foce del fiume Bione e volge lo sguardo verso il territorio natio.

Siamo di fronte a uno squarcio lirico nella prosa: le molteplici anafore e le similitudini rendono l’andamento del passo quasi poetico. Di fronte al paesaggio che sta per lasciare, Lucia dà seguito a un flusso di coscienza. Cosa la distingue dai numerosi migranti che già nei primi anni trenta del Seicento lasciavano il loro porto sicuro? In precedenza Lucia non aveva mai pensato di allontanarsi dal suo paese e percepisce questo allontanamento come obbligato. Di fronte alla protagonista c’è solo l’incertezza futura: Lucia non sa quando potrà tornare a casa e, ancora prima della partenza, soffre già di nostalgia per un luogo a lei così caro.

Addio ai monti decreta la fine del primo nucleo narrativo de I Promessi Sposi. Ai primi 8 capitoli, ambientati nel paese dei due innamorati, segue una seconda parte del romanzo, in cui Renzo e Lucia sono costretti a vivere lontani l’uno dall’altro.

Leggi il brano presentato e scopri come la protagonista, nel presente, sia già consapevole della nostalgia che proverà in futuro per il paese che si appresta a lasciare. Per stampare il testo, scarica il PDF qui:

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La nostalgia come costruzione d’identità delle masse: il Fascismo

La nostalgia di precedenti epoche d’oro ha rappresentato anche un potente collante nella costruzione delle masse, utilizzato dai sistemi totalitari per affermare e accrescere il senso di identità del proprio popolo.

Durante il ventennio fascista Mussolini voleva riportare l’Italia all’antico splendore dell’impero romano. A suo avviso, Roma rappresentava la capacità di una civiltà di perdurare nel tempo, riuscita a dominare l’intero mondo, raggiungendo confini a cui nessuno si era spinto. L’Italia fascista voleva inserirsi all’interno di questa tradizione: ecco che il mito di Roma acquista una funzione politica.

E oggi? Per molti studiosi contemporanei le nostalgiche fantasie di gloriosi passati sono evocate tuttora dal regime turco, polacco, da Putin in Russia e persino dai sostenitori della Brexit in Inghilterra e non è un caso che la maggioranza dei governi citati si caratterizzi per scelte restrittive e idee estremiste.

L’importanza dell’avere radici: la nostalgia ne La luna e il falò di Pavese

L’antidoto allo struggimento d’animo nostalgico sarebbe dato dalla libertà del non avere radici? Assolutamente no. Nel suo ultimo romanzo, La luna e il falò (1950), Cesare Pavese dimostra come avere una patria verso cui tornare o a cui rivolgere il pensiero sia una necessità umana.

L’opera racconta un amaro ritorno alle origini. Il protagonista, Anguilla, è un Ulisse dei tempi moderni: emigrato da ragazzo in America, a quarant’anni torna in Italia, nei luoghi in cui è cresciuto. Ma se venti anni prima a determinare l’abbandono delle Langhe era stato il suo senso di estraneità al territorio, l’incapacità di mettervi radici e la speranza di costruire una propria fortuna altrove, neppure il ritorno acquista toni dolci.

Anguilla vive in una condizione di eterno smarrimento: non riconosce né l’Italia né l’America come casa. Per lui la nostalgia sarebbe un sentimento positivo, una dimostrazione dell’essere riuscito a creare legami, di aver “messo le radici”.

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Nostalgia di tempi mai vissuti – Midnight In Paris

Gil è un apprezzato sceneggiatore degli anni Duemila. Vive a Hollywood e progetta i tempi a venire assieme alla sua futura sposa. Tutto perfetto? Niente affatto. Il protagonista soffre infatti della sindrome dell’epoca d’oro: nonostante il successo ottenuto, Gil non riceve stimoli dall’America contemporanea. Alla domanda “In che epoca ti sarebbe piaciuto vivere?” l’uomo non ha dubbi: “la Parigi degli anni Venti, quando la pioggia non era acida” – si sente di precisare.

E se, magicamente, a mezzanotte il protagonista riuscisse a tornare indietro nel tempo, avendo l’occasione di conoscere di persona Hemingway, scambiare battute con Fitzgerald e bere vino con Picasso?

Questa doppia vita metterà tuttavia in crisi la sua relazione; la sua futura sposa riconosce nella sua nostalgia per un’epoca passata la negazione di un presente infelice. Siamo infatti sicuri che l’insoddisfazione del presente sia legata esclusivamente alla Hollywood degli anni Duemila?

“Se tu resti qui e questo diventa il tuo presente, allora molto presto comincerai a immaginare che un’altra epoca sia la tua epoca d’oro. Ecco che cos’è il presente! È un po’ insoddisfacente, perché la vita è un po’ insoddisfacente.”

Il reminiscence bump e le sue conseguenze nella musica

Avete mai assistito a una nostalgica rievocazione del passato da parte dei vostri genitori? Eppure dovete ammetterlo: capita anche a ciascuno di voi di cullarvi nel ricordo di un momento del vostro passato. Che si tratti del racconto di una scena che mai più si è ripresentata o di una routine che avevate da bambini, il procedimento risulta il medesimo.

State forse invecchiando? Tranquillizzatevi, siamo al cospetto di un fenomeno scientifico: il reminiscence bump o “rimbalzo del ricordo”. Si tratta della tendenza a memorizzare molto meglio qualsiasi accadimento vissuto nell’intervallo temporale della giovinezza, dai 10 ai 30 anni. Questa propensione al ricordo vale anche per film, libri e canzoni rispettivamente visti, letti e ascoltati durante l’adolescenza.

Alcuni studiosi hanno anche avanzato l’esistenza di un reminiscence bump intergenerazionale, che spiegherebbe come alcuni fenomeni si ripropongano come cult anche per le generazioni successive.

Chi finora ha sfruttato al meglio questo inconscio fenomeno? La musica. Pensa per esempio alla pratica del revival, un fenomeno sociale che sfrutta stili ed estetiche appartenenti a decenni precedenti, e che ottiene un successo praticamente automatico. Nel podio dei cantanti di revival nostalgici non possiamo non citare l’acclamato Tommaso Paradiso, le cui melodie, tematiche e passaggi armonici sono specchio di un gusto e una moda trascorsa. A rendere il tutto ancora più esplicito ci sono i video musicali: dal tormentone estivo Felicità Puttana, all’ultimissima Ricordami, passando per Da sola, in the night, la canzone qui riportata.

Continua la ricerca sul concetto di nostalgia

Ora la palla passa a te: sulla base degli argomenti trattati in classe, ma anche dei tuoi interessi personali extrascolastici, puoi approfondire ulteriormente il percorso sul concetto di nostalgia, declinandolo come meglio credi e senti più tuo. Se vuoi, puoi farlo anche come lavoro di gruppo. Fatti ispirare dagli input che seguono!

La filosofia è la tua materia preferita? A fornire una delle definizioni più sintetiche della nostalgia è stato Martin Heidegger, descrivendola attraverso due concetti antitetici: vicinanza e lontananza. Qual è?

La nostalgia è il tema centrale di molte canzoni, anche contemporanee. Segui la musica indie? Usa come bibliografia gli album di Gazzelle, Calcutta e Frah Quintale.

Ami la poesia? Ricerca il significato che Baudelaire prima e Borges poi attribuivano al concetto di nostalgia. Per contestualizzarli parti dalla lezione sul decadentismo.

Per i fan del calcio ormai disillusi dagli introiti che hanno minato la credibilità di questo sport c’è l’operazione nostalgia.

All’inseguimento di scatti nostalgici? Segui i retroscena delle fotografie che hanno fatto la storia.

Amante della moda? Pensi che il vintage possa considerarsi il sentimento nostalgico applicato a oggetti e vestiti?