Uomo e ambiente

L’impronta umana sul clima dalla Rivoluzione Industriale ai Fridays for future.

Il cambiamento climatico in atto è causato dall’uomo.

Ma quali eventi ne hanno decretato l’avvio? Ne ripercorriamo la storia e le origini, attraverso incursioni artistiche e letterarie, consigli di visione, lettura e ascolto in un percorso che indaga il rapporto tra uomo e ambiente.

Appunti

Il cambiamento climatico è un evento di grandezza spropositata. Le soluzioni adottate assumono spesso la connotazione di divieti che, invece di spingerci ad agire, ci paralizzano, limitando il nostro attivismo per la causa; qualunque comportamento da adottare, se visto come una rinuncia, rappresenta un sacrificio limitante. 

Quando si è capito che progresso e innovazione avrebbero comportato anche conseguenze negative sul pianeta? Che la mano dell’uomo sull’ambiente sarebbe stata irreparabile e a grande discapito del secondo? Che urbanizzazione e industrializzazione avrebbero reso più agevole la vita presente, senza tuttavia alcun rispetto e presa di coscienza futura? 

Segui l’approfondimento su uomo e ambiente presentato in un’ottica interdisciplinare.

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Argomenti da ripassare per il percorso interdisciplinare su uomo e ambiente

Per seguire al meglio il percorso interdisciplinare su uomo e ambiente, puoi ripassare: 

L’inurbamento: la rivoluzione industriale

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Con la Prima Rivoluzione Industriale si assiste a un effettivo sconvolgimento nella produzione dei beni di consumo e nella metodologia di produzione. Tuttavia l’apporto rivoluzionario dell’evento è tangibile anche in senso più ampio, a livello sociale, determinando il passaggio all’inurbamento, il trasferimento della popolazione nell’ambito territoriale e sociale, a discapito del lavoro nelle campagne.

Con la costruzione delle prime fabbriche il contadino abbandona la vita rurale e diventa operaio. A questo cambio di prospettiva segue una nuova organizzazione territoriale: l’attività lavorativa si concentra progressivamente nei centri urbani. Anche le campagne circostanti risentono di questa trasformazione e, di fronte a una popolazione urbana in aumento, modificano le proprie colture per ottimizzarne la produzione.

Inurbamento in arte: le illustrazioni di Gustave Doré

Se le campagne si spopolano, i centri urbani diventano sovraffollati. Nella seconda metà dell’Ottocento Londra raddoppia velocemente il numero di abitanti. Gli operai si ammassano nei neonati quartieri industriali, nei quali le condizioni igieniche sono precarie o del tutto assenti. 

È ancora troppo presto per parlare di questione ambientale, ma sin da subito si comprende la gravità dei fumi delle ciminiere per l’organismo umano. Si pensa ingenuamente che per risolvere il problema basti costruire ciminiere più alte, ottenendo l’effetto opposto: le polveri si depositano a un raggio ancora più ampio.

Nel 1869 l’artista Gustave Doré decide di restituire un’immagine a tutto tondo della Londra dell’epoca. La sua essenza è lontana dallo sfarzo vissuto dai nobili nei quartieri benestanti e l’arte figurativa di Doré si impegna a fungere da grancassa di questo messaggio.

Da questa osservazione nasce un libro, London: a pilgrimage, pubblicato nel 1872, accompagnato da 180 illustrazioni di grande effetto.

Clicca qui per osservarne altre: London, a pilgrimage: Gustave Doré's historic visions of the capital city.

Inurbamento in letteratura: Coketown, un’invenzione di Charles Dickens

L’inurbamento, da processo storico, trova presto una sua rappresentazione letteraria nell’autore inglese Charles Dickens. Conscio della propria funzione sociale e civile, la scrittura acquista per Dickens un fine didattico ed educativo

Il suo passato da reporter gli permette di offrire ai suoi lettori una rappresentazione fedele e realistica della realtà. La sua figura è scomoda e le immagini che descrive spiacevoli: pone le classi più agiate di fronte alla miseria umana di cui sono completamente inconsapevoli.

Nel 1854 l’autore pubblica Hard Times, opera nella quale critica la miseria del lavoro in fabbrica, la degradazione delle classi più umili e il materialismo su cui si fonda l’intera società vittoriana.  Fuori dalla fabbrica, le classi più agiate beneficiano dei prodotti che vi si realizzano, eppure sono del tutto inconsapevoli della condizione degli operai e la povertà in cui imperversano li imbarazza.

Coketown incarna gli aspetti negativi dell’industrializzazione. È una città interamente basata sulla produzione, monitorata in maniera ossessiva attraverso dati e statistiche. Per gli operai, ogni giorno è uguale all’altro: non c’è differenza neppure tra il cimitero in cui si muore e l’ospedale in cui si nasce. 

Il brano che segue, tratto dal romanzo Hard Times, è un estratto della descrizione di Coketown. Per stampare il testo scarica il PDF qui:

Inurbamento come cornice narrativa - Consiglio di visione

L'immagine è tratta da un video disponibile su Movieplayer

Se Dickens identifica le classi più agiate come le dirette destinatarie dei suoi romanzi, esiste tuttavia una fonte di intrattenimento ancora più economica, rivolta alle classi più umili: i penny dreadful. Sono brevi romanzi horror distribuiti settimanalmente nel XIX secolo che, al costo di una sola moneta, offrono ai lettori storie terrificanti. Nonostante queste pubblicazioni rivelino delle pecche nella trama, intrecciano origini di personaggi della letteratura horror, come Frankenstein, il conte Dracula e Dorian Gray. 

Si tratta di brevi racconti dunque, privi di alcuna ambizione letteraria, incentrati su crimini e indagini macabre e sanguinose. Tuttavia, la diffusione di questo nuovo genere narrativo tra i più poveri appare agli occhi della classe dominante un’ammissione di criminalità, a cui segue una vera e propria condanna.

Nella serie tv omonima, Penny Dreadful, i personaggi, alcuni dei quali rappresentano dei classici della letteratura, si inseriscono nel contesto sociale a loro contemporaneo della Londra vittoriana, rivelandone le caratteristiche a chi non conosce l’epoca. 

Là dove c’era l’erba ora c’è una città - Consiglio di ascolto

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Sotto la spinta della Seconda Rivoluzione Industriale, la scelta di abbandonare le campagne “in cerca di fortuna” sarà un motivo ricorrente anche nel secolo successivo. 

È appunto agli inizi del Novecento che facciamo risalire i fenomeni di urbanizzazione e concentrazione. In città si concentrano persone, edifici, mezzi di trasporto e vie di comunicazione, ma anche la maggior parte delle attività umane e degli scambi di beni e informazioni. 

All’interno dei centri urbani la società assume una struttura definita: ogni bisogno o esigenza del singolo può trovare il suo soddisfacimento all’interno della città stessa. Siamo di fronte a un organismo autosufficiente. Questo tuttavia non viene letto dall’uomo con soddisfazione, ma viene vissuto con un senso di oppressione.

Negli stessi anni in cui Calvino esprime questo senso di disorientamento attraverso la figura di Marcovaldo, nelle case degli italiani, sul giradischi suona Adriano Celentano

Il ragazzo della via Gluck (1966) racconta la prepotenza di una città che inghiottisce la campagna, distruggendone la bellezza. Secondo Celentano, “difendere la natura non può che essere rock” ed è questo che fa il protagonista della canzone: con il cuore spezzato lascia la campagna e la vita all’aria aperta, per “respirare il cemento del centro”. L’unica consolazione è la prospettiva di un futuro più roseo e la possibilità di poter tornare un giorno a casa. Con grande amarezza tuttavia anche in campagna l’erba lascia il posto al progresso: “La dove c’era l’erba ora c’è una città”, afferma il ritornello, “e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà?”.

L’impronta umana sul clima

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Dal 1850 a oggi la temperatura media sul pianeta Terra è aumentata di circa 1°C. Questo cambiamento non ha lasciato indifferente flora e fauna terrestre.  

Ma come possiamo ricondurre lo scioglimento dei ghiacciai, il progressivo cambiamento dei comportamenti animali e persino la fioritura anticipata di alcune piante all’intervento umano?

A qualsiasi azione dell’uomo corrisponde un’emissione in atmosfera di determinati composti che possono essere inquinanti e alterare il clima. Tali emissioni hanno subito una repentina accelerazione dalla Prima Rivoluzione Industriale, prima con il carbone e successivamente con il petrolio. Da allora infatti, con i processi di combustione sempre più invasivi, vi è stato un cambiamento sostanziale della composizione dell’atmosfera. 

Cosa si intende per cambiamento climatico e come affrontarlo consapevolmente? A confrontarsi sul tema, Giulia Trincardi e Sofia Viscardi. Guarda il video per approfondire.

“Possiamo salvare il mondo prima di cena” - Consiglio di lettura

E se ti dicessero che per salvare l’ambiente basta ridurre il consumo di carne, saresti disposto a farlo? Questa è la proposta di Jonathan Safran Foer in Possiamo salvare il mondo prima di cena (2019). 

Nessuno spassionato appello al veganesimo, ma un dato di fatto: ridurre il consumo di carne e di derivati animali a un giorno a settimana può salvare l’ambiente. Il libro indaga le origini della crisi climatica offrendo al lettore spunti di cambiamento. Attraverso una raccolta di dati esaustiva lo esorta ad adottare uno sguardo critico nei confronti delle azioni che (non) è abituato a svolgere per il mondo. Nessun lavaggio del cervello, nessun regime del terrore, soltanto il suggerimento a riflettere sulle proprie abitudini alimentari.

Continua la ricerca sulla relazione tra uomo e ambiente

Pensi che la trattazione della relazione tra uomo e ambiente e della crisi climatica sia esaurita? È il tuo turno: sulla base degli argomenti trattati in classe, ma anche delle tue passioni e dei tuoi interessi, puoi dare un’impronta personale al percorso. L’esercizio si presta perfettamente anche per un lavoro di gruppo.

Amante della palestra e seguace di una dieta rigida? Lo sapevi che le nostre scelte alimentari hanno conseguenze sull’ambiente? Game Changers è un documentario che smentisce i molti luoghi comuni sulla correlazione tra performance fisica e dieta iperproteica.

Hai una passione per il motorsport? Cosa sai dell’Extreme E? Pensi che la rivoluzione ecologica riuscirà a imporsi nelle competizioni automobilistiche?

Fan di Ludovico Einaudi? Qual è il messaggio sotteso a Elegy for the Arctic? Pensi che la musica possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica?

Appassionato di arte? Scopri come Arte e Scienza possano convivere nei lavori di Anne de Carbuccia nelle lezioni One Planet, One Future.

Instagram dipendente? Tieni presente l’esistenza dell’inquinamento digitale. Per saperne di più, scopri cosa si intende per "Buongiornissimo".

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