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David Hume: vita, pensiero e filosofia

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

David Hume, filosofo, storico ed economista scozzese del XVIII secolo, emerge come una delle figure più influenti e provocatorie dell’Età dell’Illuminismo. In un periodo storico in cui l’Europa era in fermento, con scienziati, filosofi e letterati che sfidavano audacemente le convenzioni e le credenze tradizionali, Hume si fece avanti con un approccio particolarmente critico e analitico, indagando le fondamenta stesse della conoscenza umana e della moralità.

La sua vita, contrassegnata da un continuo viaggio intellettuale, si svolse in parallelo ad alcuni dei più grandi mutamenti culturali e scientifici dell’epoca moderna. Tuttavia, non fu solo testimone di questi cambiamenti: con la sua penna affilata e il suo spirito critico, contribuì attivamente a plasmarli, sfidando idee consolidate e proponendo nuove visioni radicali sull’essenza della natura umana e sulle basi della ragione.

Il suo approccio scettico alla filosofia lo portò a interrogare la certezza delle nostre convinzioni e la validità delle nostre percezioni. Con il suo celebre trattato, “Trattato sulla natura umana”, Hume cercò di formulare una “scienza dell’uomo“, esaminando le origini delle nostre idee e il modo in cui formiamo le nostre credenze. Questa profonda analisi della mente umana avrebbe gettato le basi per molte delle discussioni filosofiche successive, influenzando pensatori come Immanuel Kant, che avrebbe ammesso che Hume lo aveva “svegliato dal sonno dogmatico“.

Ma chi era veramente David Hume, e cosa lo ha spinto a intraprendere queste profonde indagini sulla natura della realtà e del sapere? Scopriamolo insieme!

La vita di David Hume

David Hume, nato nel 1711 a Edimburgo, in Scozia, si distinse come una delle menti più brillanti e controverse del XVIII secolo. Proveniente da una famiglia benestante, Hume avrebbe potuto seguire una carriera legale, come desideravano i suoi genitori, ma si sentiva irrimediabilmente attratto dagli studi filosofici e letterari. Questo profondo interesse lo portò, già da giovane, a dedicarsi alla lettura e alla riflessione, preferendo i libri alla tradizionale vita sociale della sua età.

All’età di soli 28 anni, Hume pubblicò il suo primo e forse più influente lavoro, “Trattato sulla natura umana“. In questa monumentale opera, tentò di creare una scienza completa della natura umana, esaminando le basi della conoscenza, delle emozioni e della moralità. Sebbene all’inizio l’opera non ricevesse l’attenzione che meritava, con il tempo sarebbe stata riconosciuta come una delle più grandi opere filosofiche scritte in lingua inglese.

Nel corso della sua carriera, Hume produsse una serie di saggi su vari argomenti, dalla politica all’economia, dalla religione alla storia. Tra questi, “Ricerca sull’intelletto umano” è forse il più noto, offrendo una riflessione più accessibile sulle sue idee epistemologiche presentate nel Trattato. In esso, Hume esamina criticamente le basi del sapere umano, sollevando dubbi sulla certezza della causalità e sulle convinzioni religiose basate sulla rivelazione.

La sua “Storia d’Inghilterra”, che copre gli eventi dal dominio romano fino alla rivoluzione del XVII secolo, gli conferì una notevole fama durante la sua vita. L’opera fu apprezzata per il suo stile narrativo e per l’approccio imparziale agli eventi storici.

Nonostante le sue profonde riflessioni filosofiche, la vita personale di Hume fu relativamente tranquilla. Trascorse la maggior parte della sua esistenza tra la Francia e la Scozia, godendosi la compagnia degli intellettuali del suo tempo e costruendo una solida reputazione come pensatore e storico. Morì nel 1776, lasciando dietro di sé un’eredità filosofica che avrebbe influenzato generazioni di pensatori e che continua a essere al centro dei dibattiti filosofici contemporanei.

La filosofia e il pensiero di Hume

Hume ha forgiato una filosofia che ha affrontato questioni fondamentali riguardanti la natura della conoscenza, la causalità e la moralità. Centrali nel suo pensiero sono le nozioni di impressioni ed idee: secondo Hume, tutte le nostre idee derivano dalle impressioni sensibili che sperimentiamo direttamente. Se non possiamo rintracciare un’idea a una specifica impressione, dobbiamo mettere in dubbio la validità di tale idea.

Uno dei concetti più dibattuti e influenti di Hume riguarda la causalità. Mentre tradizionalmente si credeva che potessimo osservare le cause e gli effetti nel mondo, Hume sostenne che in realtà non percepiamo mai direttamente questa relazione causale. Ciò che vediamo sono eventi che si succedono regolarmente, ma non possiamo affermare con certezza che uno causi l’altro. Questa idea ha avuto ripercussioni profonde sull’epistemologia e la filosofia della scienza.

Hume si è anche distinto nel campo della filosofia della religione, con una critica penetrante delle argomentazioni tradizionali per l’esistenza di Dio, in particolare l’argomento del disegno. Ha argomentato che non possiamo legittimamente concludere l’esistenza di un Creatore dall’ordine e dalla complessità dell’universo, poiché non abbiamo altre universi con cui confrontarlo.

In etica, Hume ha sfidato l’idea che la moralità derivi dalla ragione. Al contrario, ha sostenuto che i nostri giudizi morali sono il prodotto delle nostre emozioni e sentimenti. La ragione, per Hume, è “schiava delle passioni” e serve a guidarci su come realizzare le nostre finalità, piuttosto che a determinare cosa sia moralmente giusto o sbagliato.

Infine, Hume ha introdotto il problema dell’identità personale, ponendo la questione se esiste un “sé” costante e immutabile nel tempo. Ha sostenuto che non esiste un’entità stabile e indivisibile che possiamo chiamare “io”, ma piuttosto una serie di percezioni connesse da associazioni.

La filosofia di Hume ha sfidato molte concezioni tradizionali, ponendo le basi per molti sviluppi futuri nella filosofia moderna e contemporanea. La sua capacità di mettere in dubbio le supposizioni consolidate e di indagare profondamente le origini delle nostre credenze ha fatto di lui uno dei pensatori più provocatori e influenti della storia della filosofia.

L’idea di bellezza secondo David Hume

David Hume ha anche affrontato questioni estetiche, in particolare riguardo alla natura della bellezza. Per Hume, la bellezza non è una qualità intrinseca e oggettiva delle cose, ma piuttosto una risposta soggettiva e relativa dell’osservatore.

La famosa citazione di Hume, “La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le contempla”, cattura l’essenza della sua concezione estetica. Questa frase sottolinea l’idea che la bellezza non sia una proprietà oggettiva e immutabile del mondo esterno, ma piuttosto una reazione emotiva o una percezione che emerge dalla mente dell’individuo. In altre parole, ciò che una persona trova bello, un’altra potrebbe non trovarlo tale.

Secondo Hume, le nostre risposte estetiche sono il risultato di una sorta di “sentimento” o “gusto” interno. Questo gusto può essere influenzato dalla cultura, dall’educazione e dalle esperienze personali. Mentre alcune risposte alla bellezza possono essere quasi universali a causa di somiglianze nella natura umana o nell’educazione culturale, altre risposte possono variare notevolmente da individuo a individuo.

Tuttavia, Hume non suggerisce che tutti i giudizi estetici siano puramente arbitrari o che non ci siano standard di buon gusto. Al contrario, sostiene che attraverso l’educazione e la riflessione, possiamo affinare e migliorare i nostri sentimenti estetici. Mentre la bellezza può essere nella mente dell’osservatore, ci sono criteri attraverso i quali possiamo valutare e apprezzare l’arte e la natura in modi significativi e condivisi.

David Hume e il rapporto con Rousseau

La relazione tra David Hume e Jean-Jacques Rousseau, due giganti dell’Illuminismo, è una storia affascinante e complessa, segnata da amicizia, incomprensioni e controversie. Nel contesto dell’Europa del XVIII secolo, in cui le idee filosofiche erano in fermento e i pensatori erano spesso al centro di dibattiti accesi, Hume e Rousseau si incrociarono in un episodio che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia della filosofia.

Nel 1766, Rousseau, che all’epoca stava attraversando una fase particolarmente difficile della sua vita, afflitto da persecuzioni reali e immaginate, accettò un’offerta di ospitalità da parte di Hume. Quest’ultimo, riconoscendo il genio di Rousseau e volendo aiutarlo, lo portò in Inghilterra nella speranza di offrirgli rifugio dalle crescenti ostilità che Rousseau stava sperimentando in Francia e nella sua nativa Ginevra.

Inizialmente, la loro amicizia sembrava prosperare. Tuttavia, non passò molto tempo prima che emergessero tensioni. Rousseau, spesso paranoico e diffidente, iniziò a sospettare che Hume complottasse contro di lui, orchestrando una serie di attacchi alla sua reputazione. Queste paure erano alimentate in parte dalle differenze linguistiche e culturali e in parte dalla natura stessa di Rousseau, che era incline a vedersi come una vittima di cospirazioni.

Le cose raggiunsero un punto di rottura quando Rousseau scrisse una lettera pubblica, accusando Hume di tradimento e di averlo calunniato. Hume, profondamente ferito e confuso da queste accuse, rispose con una propria lettera, difendendo la sua integrità e esprimendo incredulità di fronte alle infondate accuse di Rousseau.

L’episodio culminò in un’accesa e pubblica rottura, con entrambi gli uomini che difendevano vigorosamente la propria posizione. In seguito, tornarono alle loro vite separate, con Hume che continuava la sua carriera in Scozia e Rousseau che si ritirava in una vita più isolata in Francia.

La tumultuosa relazione tra Hume e Rousseau serve come esempio illuminante dei temperamenti e delle tensioni dell’epoca dell’Illuminismo. Sebbene entrambi fossero figure chiave nel panorama intellettuale del XVIII secolo, le loro personalità e visioni del mondo divergenti li condussero a un conflitto che avrebbe avuto ripercussioni sulla loro eredità filosofica.

La critica di Hume alle idee della storia della filosofia

David Hume, come grande pensatore critico dell’Illuminismo, non ha esitato a mettere sotto esame le idee consolidate di filosofi precedenti. La sua analisi penetrante delle nozioni fondamentali della filosofia ha portato a sfide radicali e riformulazioni di concetti chiave.

  1. Critica al concetto di sostanza di Aristotele: La tradizione aristotelica postulava l’esistenza di una “sostanza” – un’entità sottostante che dà esistenza e identità alle cose. Tuttavia, Hume ha messo in dubbio la nostra capacità di avere una conoscenza certa di tale sostanza. Sosteneva che tutte le nostre idee derivano dalle nostre impressioni sensoriali. Se non possiamo avere un’impressione diretta della “sostanza” aristotelica, allora dobbiamo mettere in dubbio la sua esistenza come concetto valido.
  2. Critica all'”io” di Cartesio: Cartesio affermava l’esistenza di un “io” pensante, una mente o anima che è la sorgente del pensiero. Hume, al contrario, sostenne che non possiamo identificare un’entità stabile e continua che possiamo chiamare “io”. Piuttosto, c’è solo una serie di percezioni e sensazioni individuali. Non esiste un “io” unificato e immutabile; piuttosto, ciò che percepiamo come la nostra identità è solo un flusso di esperienze connesse.
  3. Critica alla causalità filosofica: Uno dei punti più rivoluzionari del pensiero di Hume riguarda il concetto di causalità. Mentre la tradizione filosofica tendeva a vedere la causalità come una legge necessaria e intrinseca della realtà, Hume sosteneva che la nostra idea di causa ed effetto deriva dalla nostra abitudine di vedere certi eventi che si succedono regolarmente. Non abbiamo una percezione diretta della causalità; piuttosto, ci aspettiamo che certi eventi seguano altri eventi sulla base delle nostre precedenti esperienze.

Attraverso queste critiche, Hume non solo ha sfidato i concetti chiave della filosofia tradizionale, ma ha anche gettato le basi per una nuova epistemologia empirica. Le sue osservazioni hanno posto le fondamenta per lo sviluppo successivo della filosofia moderna, sottolineando l’importanza di basare le nostre affermazioni sulla conoscenza empirica piuttosto che su concetti astratti e non verificabili.

Mappa di Hume da stampare

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