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Il trattato di Campoformio: Napoleone in Italia

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Napoleone dimostra per la prima volta le sue grandi abilità di condottiero nella campagna d’Italia del 1796. La sua carriera è fulminea: partito come artigliere nel 1785, nel 1789 è già un ufficiale e nel 1796 è al comando dell’Armata d’Italia. Sorprendendo tutti, inanella una serie di brillanti vittorie che si concludono con la firma del Trattato di Campoformio nel 1797, che sancisce l’inizio del dominio francese su gran parte dell’Italia centro-settentrionale.

Il Trattato di Campoformio, firmato da Napoleone nel 1797 al termine della vittoriosa campagna d’Italia, riconosce la Repubblica cisalpina, destinata a diventare Regno d’Italia nel 1805 con l’incoronazione di Napoleone. Anche le isole Ionie passano sotto il controllo francese, ma la Repubblica di Venezia, insieme all’Istria e alla Dalmazia, viene ceduta all’Austria. Da qui nasce il malcontento di molti, tra cui Foscolo, che vedono deluse le speranze riposte in Napoleone.

La campagna d’Italia, almeno sulla carta, non doveva essere particolarmente rilevante nel quadro complessivo del conflitto che la Francia stava sostenendo contro l’Austria. Tuttavia, la superiorità abissale di Napoleone nei confronti delle armate avversarie, seppure meglio equipaggiate, determina una fulminea e inequivocabile vittoria francese, che provoca una spartizione del dominio sui territori della penisola italiana.

Napoleone comandante dell’Armata d’Italia

Napoleone Bonaparte fu nominato comandante dell’Armata d’Italia nel marzo del 1796. La sua ascesa a questa posizione di rilievo fu sorprendente, considerando la sua giovane età e la relativa mancanza di esperienza, ma era in gran parte dovuta alle sue vittorie precedenti e alle sue affiliazioni politiche, che includevano il sostegno di figure influenti come Paul Barras, un membro del Direttorio. Questa nomina segnò l’inizio di una campagna militare che si sarebbe rivelata decisiva per il futuro di Napoleone e per il corso della storia europea.

Le motivazioni che hanno portato allo scoppio del conflitto nel 1796 tra la Francia e le forze della Prima Coalizione, che includevano Austria e Sardi, furono molteplici e complesse. Il contesto era quello turbolento seguito alla Rivoluzione Francese, che aveva creato un clima di diffidenza e paura tra le monarchie europee.

L’Austria, in particolare, era preoccupata per la diffusione delle idee rivoluzionarie ai suoi confini e per la perdita dei suoi territori in Belgio e Lombardia a seguito delle campagne precedenti. Inoltre, la Francia era ansiosa di espandere la propria influenza e di assicurarsi risorse economiche attraverso le conquiste militari.

Napoleone fu quindi incaricato di guidare un’offensiva contro gli austriaci in Italia, con l’obiettivo di forzare Vienna a trattare e di sostenere il fragile governo francese attraverso il bottino di guerra. La sua leadership e le sue successive vittorie in Italia furono determinanti per la sua ascesa al potere e per la ristrutturazione politica dell’Europa che seguì.

Le battaglie di Lodi e Rivoli

Le battaglie di Lodi e di Rivoli furono due confronti cruciali durante la campagna italiana di Napoleone Bonaparte e giocarono un ruolo significativo nel consolidare la sua fama come comandante militare. La Battaglia di Lodi si svolse il 10 maggio 1796, quando Napoleone guidò l’Armata d’Italia contro le forze austriache presso il fiume Adda, in Lombardia.

Il momento decisivo della battaglia fu l’audace assalto di Napoleone sul ponte di Lodi, che, nonostante il pesante fuoco nemico, portò alla rottura delle linee austriache e alla loro successiva ritirata. Questo successo non solo incoraggiò il morale delle truppe francesi ma dimostrò anche la capacità di Napoleone di ispirare e comandare con efficienza in situazioni critiche.

Circa otto mesi più tardi, dal 14 al 15 gennaio 1797, si svolse la Battaglia di Rivoli. Gli austriaci, comandati dal generale József Alvinczi, tentarono di recuperare il controllo del nord Italia attaccando l’esercito francese in posizione vantaggiosa sulle alture intorno a Rivoli Veronese. Utilizzando una combinazione di manovre tattiche ingegnose e un’aggressiva offensiva, Napoleone riuscì a sconfiggere le forze austriache numericamente superiori.

Questa vittoria fu un capolavoro tattico e consolidò la reputazione di Napoleone come stratega militare di primo piano. Le conseguenze di Rivoli furono di vasta portata, costringendo l’Austria a ritirarsi e aprendo la strada alla successiva campagna francese in Austria e al Trattato di Campoformio. Entrambe le battaglie non solo segnarono vittorie significative sul campo, ma ebbero anche un impatto duraturo sulla campagna d’Italia, dimostrando che Napoleone era un leader di eccezionale abilità e audacia.

La caduta di Mantova e la fine del conflitto

La caduta di Mantova rappresentò uno degli eventi più significativi che preludono alla fine del conflitto tra la Francia rivoluzionaria e le forze della Prima Coalizione. Dopo un assedio protratto per diversi mesi, la fortezza di Mantova, che era l’ultimo baluardo austriaco in Italia settentrionale, si arrese alle forze francesi il 2 febbraio 1797. L’assedio era iniziato il 4 giugno 1796, e, nonostante i ripetuti tentativi degli austriaci di rompere l’assedio e rifornire la loro guarnigione, la resistenza di Mantova alla fine cedette di fronte alla pressione costante di Napoleone.

La capitolazione di Mantova fu un colpo devastante per gli austriaci perché significava la perdita di uno strategico e simbolico punto di forza nel nord Italia. Con la caduta di questa fortezza, Napoleone aveva ormai eliminato l’ultima significativa resistenza austriaca nella regione. Questo successo permise a Napoleone di spostare la sua attenzione verso altri fronti e di costringere l’Austria a cercare la pace.

La conclusione del conflitto fu sancita con la firma del Trattato di Campoformio il 17 ottobre 1797. Questo trattato non solo consolidò i guadagni territoriali francesi ma ristrutturò anche la mappa politica d’Italia e di altre parti dell’Europa. L’Austria riconobbe le conquiste francesi e accettò di dividere i territori della Repubblica di Venezia con la Francia, ponendo fine a una delle più antiche repubbliche sovrane d’Europa. In cambio, ricevette territori nel Belgio e riconobbe la Repubblica Cisalpina, un alleato francese. La firma di questo trattato non solo pose fine alla guerra in Italia ma segnò anche l’inizio di una nuova era di dominio francese in Europa sotto la guida di Napoleone.

Il trattato di Campoformio e le sue conseguenze

Il Trattato di Campoformio, stipulato il 17 ottobre 1797, ebbe conseguenze rilevanti e durature che modificarono l’assetto politico dell’Europa. La prima e più immediata conseguenza fu la cessazione delle ostilità tra la Francia rivoluzionaria e l’Impero austriaco. In termini territoriali, l’Austria cedette alla Francia il controllo dei Paesi Bassi austriaci, della Lombardia e riconobbe la Repubblica Cisalpina. In cambio, l’Austria ricevette il controllo di territori precedentemente parte della Repubblica di Venezia, che fu smembrata, ponendo fine a una repubblica millenaria.

La ridefinizione dei confini portò a un rafforzamento del potere francese in Europa e inaugurò una fase di espansione e di consolidamento che avrebbe visto la Francia protagonista nei decenni successivi. L’eliminazione della presenza austriaca in Italia settentrionale segnò inoltre una significativa diminuzione dell’influenza asburgica nella regione, alterando gli equilibri di potere che per secoli avevano dominato il continente.

Inoltre, il trattato influenzò la politica interna francese, rafforzando la posizione di Napoleone Bonaparte e permettendogli di consolidare il suo potere, che lo avrebbe infine condotto a proclamarsi Imperatore. Sul piano internazionale, il trattato non riuscì a garantire una pace duratura; fu solo il preludio a ulteriori conflitti, poiché le ambizioni territoriali della Francia e le inquietudini delle altre potenze europee avrebbero ben presto riacceso le tensioni, portando alla formazione di nuove coalizioni contro la Francia e al susseguirsi di ulteriori guerre napoleoniche.

Napoleone in Italia: video della mappa mentale

Ripassa gli avvenimenti principali della campagna d’Italia di Napoleone e le conseguenze del trattato di Campoformio guardando il video con la mappa mentale narrata.

Mappa mentale su Napoleone in Italia: il trattato di Campoformio

La Repubblica di Venezia termina con il trattato di Campoformio, ma le speranze italiane di una “liberazione francese” che favorisca il processo di unificazione dell’Italia svaniscono rapidamente.

Lo testimonia Foscolo nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis: “Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so: ma vuoi tu ch’io per salvarmi da chi m’opprime mi commetta a chi mi ha tradito?”.

Bisognerà aspettare fino alle guerre del Risorgimento perché il sogno patriottico di un’Italia unita possa finalmente concretizzarsi nel 1861.

Se vuoi stampare la mappa mentale con le informazioni principali sulla campagna d’Italia di Napoleone, scarica il pdf in bianco e nero qui:

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