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Come riconoscere le fake news nelle ricerche online

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Le fake news, o notizie false, sono informazioni ingannevoli o completamente inventate che vengono diffuse, spesso attraverso i media e Internet, per ingannare il pubblico o per servire interessi specifici. Queste notizie possono riguardare una vasta gamma di argomenti, da eventi politici a celebrità, e sono create con l’intento di manipolare l’opinione pubblica, diffondere disinformazione o semplicemente per attrarre clic e generare profitto attraverso la pubblicità online.

Riconoscere le fake news durante la ricerca online è diventato una competenza essenziale nell’era digitale. Queste notizie spesso presentano titoli sensazionalistici o provocatori per attirare l’attenzione. Un primo passo per identificarle è leggere oltre il titolo e analizzare l’intero contenuto dell’articolo. È importante verificare la fonte dell’informazione: siti affidabili e rinomati sono generalmente più attendibili rispetto a fonti sconosciute o note per la divulgazione di contenuti dubbi.

Un altro aspetto fondamentale è controllare la data e il contesto della notizia. Spesso le fake news rigurgitano storie vecchie o fuori contesto, presentandole come attuali. Inoltre, è utile confrontare la notizia con altre fonti: se una storia è veritiera, è probabile che venga riportata da più pubblicazioni credibili. La verifica dei fatti e delle fonti citate nell’articolo è anch’essa cruciale. Molti siti di fact-checking si dedicano a smentire o confermare storie potenzialmente false.

Vediamo insieme come possiamo riconoscerle!

Suggerimenti per il fact checking: quali sono le fonti attendibili

È importante verificare sempre l’attendibilità delle fonti che consulti. Il criterio da seguire deve essere il dubbio: non accontentarti di una sola fonte, ma cerca conferme in altri siti, perché, se una notizia è vera, è probabile che sia riportata da più fonti.

Controlla sempre le date e preferisci le notizie più recenti e aggiornate.

Verifica anche l’autorevolezza del sito o dell’autore della notizia. Se l’autore è dichiarato puoi cercare informazioni per scoprire di quali argomenti si occupa abitualmente; in alternativa puoi consultare la sezione “Chi siamo” del sito. Preferisci i siti di istituzioni ufficiali, università, organizzazioni non governative, che ti danno la garanzia di informazioni verificate.

Fai attenzione, invece, ai siti con nomi e URL che storpiano quelli di testate giornalistiche famose: Il Fatto Quotidaino e La Repubbica sono esempi di questi siti diffusori di fake news che mirano a trarre in inganno il lettore con nomi e grafica simili a quelli dei giornali seri di cui storpiano il nome.

Riconoscere le fake news: i titoli

La prima cosa che attira l’attenzione su una notizia è il titolo.

Chi scrive online vuole far comparire i suoi articoli nelle prime posizioni dei risultati di ricerca e perciò deve utilizzare le keyword giuste nei titoli, senza superare il limite massimo di 70 caratteri. Spesso il titolo è seguito da una descrizione compresa tra i 160 e i 320 caratteri che chiarisce il focus dell’articolo e mira a suscitare la curiosità di chi legge.

Queste regole della SEO (Search Engine Optimization – per approfondire guarda questo video -), però, sono ben note anche a chi scrive fake news. I titoli di queste “bufale”, infatti, sono studiati con il preciso scopo di catturare l’interesse del lettore, incitandolo a condividere la notizia. Ci sono degli elementi che possono farti insospettire:

  • parole come “shock, allarme, attenzione” e aggettivi sensazionali come “incredibile, clamoroso” e simili;
  • parole scritte in maiuscolo;
  • punti esclamativi;
  • call to action che spingono alla condivisione.

Se trovi alcune di queste caratteristiche nel titolo o nella descrizione di un articolo, sii diffidente: leggi tutto l’articolo, senza fermarti alle prime righe, così potrai avere più elementi per capire se si tratta di una notizia falsa.

Riconoscere le fake news: le immagini

Oltre al titolo, anche le immagini hanno un forte impatto emotivo sul lettore. Per questo chi scrive fake news spesso si serve di fotomontaggi o immagini manipolate.

Così, per esempio, il cartello per uno sciopero scolastico per il clima tenuto in mano da Greta Thunberg è diventato un cartello No Tav. Non è l’unico esempio di uso ingannevole di immagini legato al movimento dei Fridays For Future: dopo le loro manifestazioni del 2019, infatti, sono circolate foto di strade piene di rifiuti e cartacce con l’intento di screditare questi ragazzi, sottolineandone l’incoerenza. Le foto, tuttavia, non sono state scattate in quell’occasione, ma sono state utilizzate fuori contesto.

Per scoprire e difenderti da questo tipo di inganni puoi usare la ricerca per immagini di Google: salva l’immagine dal contenuto sospetto e caricala nel motore di ricerca cliccando l’icona della macchina fotografica; in questo modo troverai l’immagine con la sua reale descrizione.

Esercitati nelle ricerche online

Ora prova a mettere in pratica quello che hai imparato.

Per esercitarti puoi approfondire due temi molto attuali come:

  • la sostenibilità: puoi concentrarti sui 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 ONU. Ricordati di scegliere fonti attendibili come il sito delle Nazioni Unite e quello dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, da cui sono tratti i contenuti del laboratorio Sostenibilità;
  • la pandemia: fai attenzione alle molte fake news circolate sul Coronavirus, che hanno portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità a coniare il termine “infodemia”. Il portale dedicato del Ministero della Salute, infatti, ha creato una pagina per smentire le notizie false sul Covid-19.

Motori di ricerca per le ricerche online: riconoscere quelli affidabili

Quali sono i motori di ricerca più usati?

La classifica è dominata da Google, con più del 90% del mercato, primo sia per numero di risorse sia per la pertinenza dei risultati di ricerca.

Al secondo posto c’è Bing, il motore di ricerca sviluppato da Microsoft.

In Russia e in Cina, invece, prevalgono motori di ricerca alternativi come Yandex e Baidu.

Esistono anche motori di ricerca sensibili al tema della sostenibilità: è il caso di Ecosia, nato in Germania nel 2009, che dona l’80% dei proventi ricavati dalla pubblicità per il sostegno a programmi di riforestazione in vari Paesi del mondo, dal Brasile al Burkina Faso.

Trucchi per le ricerche in rete

La rete offre un’enormità di risorse per le ricerche, fonti generaliste o specializzate, in italiano ma anche in inglese, istituzionali o di singoli individui. Questa facilità di accesso, però, può diventare un’arma a doppio taglio se non sai bene cosa cercare e come cercarlo, perché è difficile destreggiarsi in un numero enorme di risultati.

La prima cosa da stabilire, quindi, è la parola chiave da inserire nel motore di ricerca. Se utilizzi una keyword generica, otterrai molti risultati che possono toccare anche aspetti non pertinenti al tuo obiettivo. In questo caso è utile raffinare la ricerca provando a usare una keyword più specifica: si parla di long tail keywords (a coda lunga), contrapposte alle short tail keywords, proprio per riferirsi a parole chiave formate da 3 o più parole, che delimitano meglio il campo della ricerca.

Anche i suggerimenti che il motore di ricerca ti offre mentre digiti la parola chiave sono un aiuto per raffinare la ricerca, così come le ricerche correlate proposte in fondo alla pagina.