Simulazione di Fisica - 25 gennaio 2016

In questa lezione trovi i testi e le soluzioni spiegate della simulazione di fisica del 25 gennaio 2016 per la prova di maturità del Liceo Scientifico! Trovi i due problemi e i sei quesiti svolti e spiegati passo per passo.

Appunti

Leggi con attenzione il testo della prova di maturità di Fisica del Liceo Scientifico: non devi perdere tempo per calcolare qualcosa di non richiesto e soprattutto non devi fraintendere il testo.

Se non ti senti preparato su qualche argomento riguarda le nozioni sulle quali non ti senti sicuro!

Ecco alcune costanti che potrebbero tornarti utili:

  • £$c = 3,00 \cdot 10^8 \text{m/s}$£ (velocità della luce nel vuoto)
  • £$\epsilon_0 = 8,85 \cdot 10^{-12} \text{F/m}$£ (costante dielettrica nel vuoto)
  • £$\mu_0 = 4\pi \cdot 10^{-7} \text{H/m}$£ (permeabilità magnetica nel vuoto)
  • £$q=−1,60 \cdot 10^{−19} \text{C}$£ (carica elettrone)

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Testo del Problema 1: Il metodo delle parabole di Thomson Gennaio 2016

Navigando in Internet per una ricerca sugli isotopi hai trovato il seguente articolo di J. J. Thomson pubblicato sui “Proceedings of The Royal Society'' nel 1913.

L’esperimento a cui l’articolo fa riferimento può essere considerato come uno tra i più importanti del secolo ventesimo, nel passaggio dalla Fisica cosiddetta Classica alla Fisica Moderna, più precisamente l’inizio della Fisica Subatomica.

Nell'articolo Thomson descrive le sue osservazioni sui cosiddetti “raggi canale'', formati da quelli che noi oggi chiamiamo ioni, quando attraversano un campo elettrico uniforme £$\vec E$£ e un campo magnetico, pure uniforme, £$\vec B$£ paralleli tra loro e perpendicolari alla velocità delle particelle £$\vec v$£.

Nel disegno riprodotto qui a fianco ed estratto dall'articolo originale, le particelle entrano attraverso l'ugello C e, con velocità parallele tra loro, attraversano il campo elettrico e quello magnetico nella regione identificata dalle lettere PLQM. I campi sono paralleli tra di loro e perpendicolari al piano della pagina.

Nell'articolo Thomson scrive:

“Supponi che un fascio di queste particelle si muova parallelamente all'asse £$x$£, colpendo un piano fluorescente perpendicolare al loro cammino in un punto O. Se prima di raggiungere il piano agisce su di esse un campo elettrico parallelo all'asse £$y$£, il punto ove le particelle raggiungono il piano è spostato parallelamente all'asse £$y$£ di una distanza pari a: $$y=\frac{q A_1}{m v_0^2}$$ dove £$q$£, £$m$£ e £$v_0$£ sono rispettivamente la carica, la massa e la velocità delle particelle e £$A_1$£ è una costante dipendente dal campo elettrico e dal cammino della particella ma indipendente da £$q$£, £$m$£, £$v_0$£.

Se invece sulle particelle agisce un campo magnetico anch'esso parallelo all'asse £$y$£, le particelle vengono deflesse parallelamente all'asse £$z$£ e il punto ove le particelle raggiungono il piano è spostato parallelamente all'asse £$z$£ di una distanza pari a: $$z= \frac{q A_2} {mv_0}$$ dove £$A_2$£ è una costante dipendente dal campo magnetico e dal cammino della particella ma indipendente da £$q$£, £$m$£ e £$v_0$£''.

E più oltre continua: “Così, tutte le particelle con lo stesso rapporto £$\frac{q}{m}$£ in presenza di campo elettrico e magnetico colpiscono il piano su una parabola che può essere visualizzata facendo incidere le particelle su una lastra fotografica''.

E ancora: “Poiché la parabola corrispondente all'atomo di idrogeno è presente in praticamente tutte le foto ed è immediatamente riconoscibile [...] è molto facile trovare il valore di £$\frac{q}{m}$£ per tutte le altre''.

Un esempio di queste foto è riportato nella Figura 1:

che viene riportata, ingrandita e invertita in colore, nella Figura 2:

  1. Fissando un sistema di riferimento con origine nel punto £$O$£ ove le particelle colpiscono il piano fluorescente in assenza del campo elettrico e di quello magnetico, l'asse £$x$£ nella direzione del moto delle particelle e l'asse £$y$£ nella direzione comune dei campi elettrico e magnetico, dimostra dalle informazioni date la validità delle formule riportate da Thomson per le deflessioni nelle direzioni £$y$£ e £$z$£ dovute al campo elettrico e al campo magnetico.
    Nella dimostrazione assumi che gli effetti di bordo siano trascurabili e che la forza di Lorentz sia sempre diretta nella direzione £$z$£.
  2. Dimostra che le particelle con lo stesso rapporto £$\frac{q}{m}$£ formano sul piano £$x=0$£ una parabola quando è presente contemporaneamente sia il campo elettrico sia quello magnetico; determina l'equazione della parabola in funzione del rapporto £$\frac{q}{m}$£ e dei parametri £$A_1$£ e £$A_2$£.
  3. Ricordando che gli ioni di idrogeno hanno il massimo rapporto £$\frac{q}{m}$£, individua la parabola dovuta agli ioni di idrogeno. Scegli poi un'altra parabola delle foto e determina il rapporto £$\frac{q}{m}$£ relativo a questa parabola, in unità dello stesso rapporto £$\frac{q}{m}$£ per l'idrogeno. Descrivi dettagliatamente il procedimento seguito.
  4. Immagina ora di ruotare il campo elettrico in modo che sia diretto nella direzione £$z$£ e con verso tale da deflettere le particelle in verso opposto alla deflessione dovuta al campo magnetico. Disegna la direzione e verso del campo elettrico e di quello magnetico affinché essi operino come descritto e determina la condizione che deve essere verificata affinchè la deflessione totale sia nulla. Ipotizzando di utilizzare il dispositivo come strumento di misura, quale grandezza potrebbe misurare?

Soluzione del Problema 1 Gennaio 2016

 1. Consideriamo la particella carica £$q$£ che ha velocità iniziale £$\vec{v_0}$£ lungo £$x$£ e che attraversa la regione di azione del campo elettrico £$\vec{E}$£. Su questa particella agisce una forza £$\vec{F}=q\vec{E}$£ perpendicolare a £$\vec{v_0}$£. La particella è quindi soggetta a due moti simultanei: un moto lungo la direzione £$x$£ con velocità £$\vec{v_0}$£ e un moto uniformemente accelerato lungo la direzione £$y$£, con velocità iniziale nulla.
Ricordando le relazioni della meccanica per la forza, £$F = ma$£, e per lo spostamento, £$s = \frac{1}{2} at^2$£, e considerando lo spostamento lungo l’asse y abbiamo che:

 £$qE=ma \rightarrow a=\frac{qE}{m} \rightarrow d_y=\frac{qE}{2m}t^2$£

Consideriamo ora l’azione del campo magnetico. Sappiamo che, su una carica in movimento con velocità £$\vec{v_0}$£ perpendicolare all’induzione magnetica £$\vec{B}$£, agisce la forza di Lorentz. Tale forza, in generale, ha una direzione variabile e ha le proprietà di una forza centripeta. Il testo del problema, tuttavia, dà indicazioni chiare sul fatto che la forza di Lorentz, in questo caso, è sempre diretta nella direzione £$z$£. È un’approssimazione e non è richiesto che lo studente ne dia una giustificazione.
Quindi, la componente della forza di Lorentz lungo la direzione £$z$£ è:

£$F=q \ v_0 \ B$£

Da cui, come abbiamo fatto per il campo in precedenza otteniamo:

£$q \ v_0 \ B=ma \rightarrow a=\frac{q \ v_0 \ B}{m} \rightarrow d_z=\frac{q \ v_0 \ B}{2m}t^2$£

Sappiamo che lungo x il moto è uniforme con velocità £$\vec{v_0}$£. Possiamo quindi dire che il tempo impiegato dalle particelle per uscire dalla regione in cui agiscono i campi, che è lunga £$R$£, è:

£$t=\frac{R}{v_0}$£

Da cui:

£$d_y=\frac{qE \ R^2}{2m \ v_0^2}$£       £$d_z=\frac{qB \ R^2}{2m \ v_0}$£

Se la lastra fotografica fosse posta alla fine della regione £$R$£, quella in cui agiscono i campi, avremmo il risultato dell’esperimento di Thomson considerando:

£$A_1=\frac{E \ R^2}{2}$£   e   £$A_2=\frac{B \ R^2}{2}$£

La figura data nel testo, invece, mostra la lastra fotografica all’estremità destra della regione in cui non agiscono il campo elettrico e il campo magnetico, come rappresentato in Figura 2.

All’uscita dalla regione R abbiamo che:

£$\begin{cases} v_x=v_0 \\ v_y=\frac{qE \ R}{m \ v_0} \\ v_z=\frac{qB \ R}{m} \end{cases}$£

Indichiamo con £$t’$£ il tempo necessario alle particelle per percorrere la distanza £$R’$£, ovvero la distanza tra la fine della regione in cui agiscono i campi e lo schermo fotografico. Abbiamo:

£$t’=\frac{R’}{v_0}$£

Da cui:

£$y=d_y+v_yt’=\frac{qE \ R^2}{2m \ v_0^2}+\frac{qE \ R}{m \ v_0}\frac{R’}{v_0}$£

Da cui segue la tesi:

£$y=\frac{q}{m \ v_0}A_1$£   con   £$A_1=\frac{E \ R^2}{2}+ERR’$£

Allo stesso modo abbiamo:

£$z=d_z+d_zt’=\frac{qB \ R^2}{2m \ v_0^2}+\frac{qB \ RR’}{m \ v_0}$£

Da cui segue la seconda tesi:

£$z=\frac{q}{m \ v_0}A_2$£   con   £$A_2=\frac{B \ R^2}{2}+BRR’$£

 

2. Quando le particelle entrano nella regione dove agiscono i campi, hanno tutte velocità che non conosciamo e diverse tra loro.
Prendiamo la relazione ottenuta al punto precedente, lungo la direzione £$z$£:

£$z=\frac{q}{m \ v_0}A_2 \rightarrow v_0=\frac{q}{m \ z}A_2$£

Sostituiamo ora £$v_0$£ nell’equazione per £$y$£:

£$y=\frac{q}{m \ v_0^2}A_1=\Big(\frac{m}{q}\frac{A_1}{A_2^2}\Big)z^2$£

Che è proprio l’equazione di una parabola.

 

3. Abbiamo già dimostrato che l’equazione è quella di una parabola semplice, dove il rapporto £$q/m$£ indica l’ampiezza della parabola stessa. Quindi, più grande è il rapporto £$q/m$£ più la parabola sarà ampia e schiacciata sull’asse magnetico £$z$£. Lo ione di idrogeno (H+) ha il massimo rapporto £$q/m$£ quindi è rappresentato dalla parabola più schiacciata sull’asse orizzontale, quasi invisibile nella fotografia inserita nel testo del problema. Per risolvere il quesito tracciamo una retta parallela all’asse £$y$£ sulla fotografia, come fatto nel seguente schema.

 Dobbiamo ora misure la coordinata £$y$£ dei punti ottenuti dall’incontro tra la retta verticale, la parabola dell’idrogeno (disegnata in rosso) e un’altra delle parabole che rappresentano altri ioni. Nell’esempio riportato in Figura 3, in pratica, dobbiamo misurare £$y_A$£, ovvero la coordinata su £$y$£ del punto £$A$£, e £$y_B$£, la coordinata su £$y$£ del punto £$B$£.
Per calcolare il rapporto £$q/m$£ per elementi diversi dall’idrogeno basterà, a questo punto, fare una semplice proporzione: se lo ione sconosciuto ha un rapporto di £$x=\frac{q}{m}$£ allora per trovare £$x$£ basta fare il rapporto tra £$y_A/y_B$£, con £$y_A$£ e £$y_B$£ misurati con il righello direttamente sulla fotografia. Per migliorare i dati, inoltre, è possibile misurare i valori con il righello diverse volte e poi calcolare la media.

 

4. In Figura 4, è rappresentata la richiesta del quesito, con il vettore velocità posto nel verso dell’asse £$x$£, il campo elettrico entrante nella pagina della figura e il campo magnetico in verticale lungo £$y$£. In questa configurazione le forze dovute al campo elettrico e magnetico sono opposte e dirette lungo £$z$£.

Affinché la deflessione sia nulla bisogna imporre che le forze si equilibrino quindi:

£$qE=q \ v_0 \ B$£

Da cui: £$v_0=\frac{E}{B}$£

Possiamo quindi usare lo strumento per misurare e selezionare le velocità delle particelle, misurando i campi elettrici e magnetici.

Testo del Problema 2: Uno strumento rinnovato Gennaio 2016

Nel laboratorio di Fisica, durante una lezione sul magnetismo, scorgi in un angolo un vecchio strumento che avevi utilizzato qualche anno fa per lo studio del moto uniformemente accelerato (Figura 1):

Una barretta metallica poggia su due blocchi £$A$£ e £$B$£ ancorati ad una guida ad £$U$£ anch’essa metallica; la guida si trova su un piano perpendicolare al pavimento con il quale è in contatto attraverso due piedini di materiale isolante. La barretta si trova ad un’altezza £$h$£ dal pavimento e, una volta eliminati i blocchi, scivola verso il basso lungo i binari della guida con attrito trascurabile.

Pensando a ciò che hai studiato recentemente ti viene in mente di utilizzare lo strumento per effettuare misure in campi magnetici. Immagini così di immergere completamente lo strumento in un campo magnetico uniforme perpendicolare al piano della guida.

In questa condizione:

  1. Rappresenta ed esamina la nuova situazione descrivendo i fenomeni fisici coinvolti e le forze alle quali è sottoposta la barretta durante il suo moto verso il basso.
  2. Individua quale tra i seguenti grafici rappresenta l’andamento nel tempo della velocità della barretta giustificando la scelta fatta.
  3. Calcola il valore £$v_{max}$£ della velocità massima della barretta assumendo per essa una massa pari a £$30\,\, g$£, una lunghezza di £$40\,\, cm$£, una resistenza elettrica di £$2,0 \,\, \Omega$£ (supponi trascurabile la resistenza elettrica della guida ad £$U$£) ed un campo magnetico applicato di intensità £$2,5 \,\, T$£.
  4. Determina l’equazione che descrive il moto della barretta e verifica che la funzione £$v(t) = v_{max}(1-e^{-\frac{t}{\tau}})$£, con £$\tau=\frac{v_{max}}{g}$£, ne è soluzione; definisci il significato dei simboli presenti nella funzione servendoti, eventualmente, di un grafico.

Soluzione del Problema 2 Gennaio 2016

1. Rappresentiamo la nuova situazione nella figura sottostante. È stato scelto di porre il campo magnetico £$\vec{B}$£ entrante rispetto al piano del foglio.

Per semplicità è stato disegnato il campo £$\vec{B}$£ una sola volta ma bisogna considerare l’intera struttura immersa nel campo magnetico.
Quando vengono eliminati i blocchi A e B la barra inizia a cadere verso il basso, soggetta alla forza peso, lungo l’asse x disegnato nella figura.

Man mano che la barra scende, aumenta l’area £$S$£ delimitata dalla barretta e dalla guida. Questa area, rappresentata in verde in Figura 6, può essere considerata come una spira. La variazione dell’area della spira provoca una variazione del flusso del campo magnetico che la attraversa.

Si ha quindi induzione elettromagnetica: la barretta diventa sede di una forza elettromotrice indotta che, per la legge di Lenz, ha il verso indicato in Figura 7.

Per la legge di Faraday-Neumann sappiamo che la £$f.e.m.$£ indotta £$f$£ è pari a:

£$f=\Big|-\frac{d\phi}{dt}\Big|$£

Il campo magnetico è uniforme e perpendicolare alla spira, quindi il flusso concatenato con la spira è dato da £$\phi=BS$£.
Sappiamo che la superficie della spira aumenta nel tempo man mano che la barretta scende, quindi:

£$f=\Big|-\frac{d\phi}{dt}\Big|=\Big|-\frac{d}{dt}BS\Big|=\frac{d}{dt}Bl \ x(t)=Bl\frac{dx}{dt}=BL \ v(t)$£

Questa £$f.e.m.$£ genera una corrente indotta che circola in senso antiorario lungo la spira e ha intensità direttamente proporzionale alla velocità della barra:

£$i_i=\frac{f}{R}=\frac{Bl \ v(t)}{R}$£

con R la resistenza del materiale di cui è composta la spira.

La barra, percorsa dalla corrente £$i_i$£ e immersa nel campo magnetico £$\vec{B}$£ risente anche di una forza magnetica £$\vec{F_M}$£:

£$\vec{F_M}=i\vec{l} \times \vec{B}$£

Per la regola della mano destra questa forza ha la stessa direzione della forza peso ma verso opposto. Inoltre, visto che £$\vec{l}$£ e £$\vec{B}$£ sono perpendicolari, il modulo della forza magnetica diventa:

£$F=il \ B=\frac{Bl \ v(t)}{R}lB=\frac{B^2l^2}{R}v(t)$£

Quindi possiamo dire che la forza magnetica è una forza che ostacola il moto della barretta, si comporta infatti come una forza di attrito viscoso, e ha un’intensità proporzionale alla velocità istantanea £$v(t)$£.

 

2. Dai risultati ottenuti al punto 1 sappiamo che, con il passare del tempo, la forza magnetica aumenta e diminuisce quindi l’accelerazione della barretta. A un certo punto la forza magnetica bilancia la forza peso e il moto della barra diventa rettilineo uniforme a velocità costante. Considerando che il grafico 1 rappresenta un moto uniformemente accelerato, che il grafico 2 rappresenta un moto con accelerazione che cresce nel tempo, il grafico che stiamo cercando non può essere che il 3.

 

3. Come descritto al punto 2, la barra comincia a muoversi a velocità costante, e massima, quando la forza magnetica eguaglia la forza peso quindi:

£$mg=\frac{B^2l^2}{R}v_{max} \rightarrow v_{max}=\frac{mgR}{B^2l^2}$£

Sostituendo i valori numerici si ottiene:

£$v_{max}=\frac{(30 \cdot 10^{-3}\text{kg})(9,81 \ \text{m/s}^2)(2,00 \ \Omega)}{(2,5 \ \text{T})^2(40 \cdot 10^{-2}\text{m})^2}=0,5886 \ \text{m/s} \approx 59 \ \text{cm/s}$£

 

4. Dalla seconda legge della dinamica sappiamo che £$F = ma$£. Nel nostro caso la forza è quella risultante dall’azione della forza peso e di quella magnetica quindi:

£$F_p - F_m = m\frac{dv}{dt}$£

Al punto 1 abbiamo trovato la forza magnetica quindi:

£$mg-\frac{B^2l^2}{R}v(t)=m \ v'(t)$£

Al punto 3, invece, abbiamo trovato la velocità massima da cui:

£$v'(t)+\frac{g}{v_{max}}v(t)=g$£

Prendiamo ora l’equazione data nel testo del quesito e deriviamola:

£$v(t)=v_{max}\Big(1-e^{-\frac{t}{\tau}}\Big) \rightarrow v'(t)=\frac{v_{max}}{\tau}e^{-\frac{t}{\tau}}$£

Dalla relazione per £$v(t)$£ otteniamo che:

£$v_{max}e^{-\frac{t}{\tau}}=v_{max}-v(t)$£

Quindi possiamo scrivere la derivata come:

£$v'(t)=\frac{1}{\tau}(v_{max}-v(t)) \rightarrow v'(t)+\frac{v(t)}{\tau}-\frac{v_{max}}{\tau}=0$£

Ricordando che £$\tau$£ cossrisponde a:

£$\tau=\frac{v_{max}}{g}$£

Otteniamo:

£$v'(t)+\frac{g}{v_{max}}v(t)-g=0$£

Che è proprio l'equazione trovata prima.

Consideriamo ora l’equazione £$v(t)=v_{max}\Big(1-e^{-\frac{t}{\tau}}\Big)$£.
Il grafico di questa equazione è proprio il grafico numero 3 del punto 3 del problema: £$\tau$£ rappresenta il tempo che la barretta impiegherebbe a raggiungere la velocità massima in assenza del campo magnetico £$B$£ ovvero mantenendo l’accelerazione iniziale £$g$£. In fisica £$\tau$£, che ha le dimensioni fisiche di un tempo, viene chiamata costante di tempo e viene usata, per esempio anche nei circuiti RC, per indicare che, trascorsi alcuni £$\tau$£, tutte le variazioni tendono ad annullarsi e le grandezze possono essere considerate uguali al valore asintotico.

Testo del Quesito 1 - Gennaio 2016

Una lampadina ad incandescenza, alimentata con tensione alternata pari a £$220\,\, V$£, assorbe una potenza elettrica media pari a £$1,0 \cdot 10^2 \,\, W$£ ed emette luce grazie al riscaldamento di un filamento di tungsteno. Considera che in queste condizioni sia: $$\frac{\text{Potenza media luminosa emessa}}{\text{Potenza media elettrica assorbita}}=2,0\%$$ Ipotizzando per semplicità che la lampadina sia una sorgente puntiforme che emette uniformemente in tutte le direzioni, e che la presenza dell’aria abbia un effetto trascurabile, calcola ad una distanza £$d=2,0 \,\, m$£ dalla lampadina:

  • l’intensità media della luce;
  • i valori efficaci del campo elettrico e del campo magnetico.

Ritieni che le ipotesi semplificative siano adeguate alla situazione reale? Potresti valutare qualitativamente le differenze tra il caso reale e la soluzione trovata nel caso ideale?

Soluzione del Quesito 1 - Gennaio 2016

Possiamo riscrivere la relazione data nel testo del quesito come:

£$P_{ME}=P_{MA} \cdot \frac{2,0}{100}=1,0 \cdot 10^2 \cdot 0,02=2,0 \text{W}$£

Con £$P_{ME}$£ la potenza media emessa e £$P_{MA}$£ la potenza media assorbita.
Sappiamo poi che l’intensità è legata alla potenza e alla superficie che viene considerata. Il testo del quesito ci permette di fare l’approssimazione di una sorgente che emette uniformemente in tutte le direzioni. Consideriamo quindi come superficie £$S$£ la sfera di raggio £$d = 2,0 \text{m}$£ indicata nel testo. Possiamo quindi scrivere l’intensità media come:

£$i_{media}=\frac{P_{ME}}{S}=\frac{P_{ME}}{4\pi \ d^2}=\frac{2,0 \text{W}}{4\pi \ (2,0 \text{m})^2}=4,0 \cdot 10^{-2}\text{W/m}^2$£

Nella nostra approssimazione la sorgente emette in modo uniforme in tutte le direzioni quindi l’intensità sarà la stessa in tutti i punto dell’immaginaria superficie sferica che abbiamo preso in considerazione, a due metri di distanza dalla lampadina. Tale intensità media, sulla superficie, può anche essere scritta come:

£$i_{media}=c\epsilon \ E_{eff} ^2$£

Possiamo quindi scrivere, sostituendo i valori numerici, che:

£$E_{eff}=\sqrt{\frac{I_m}{c\epsilon_0}}=3,9 \ \text{N/C}$£

Sappiamo infine che £$E_{eff}=\frac{E_{eff}}{c}$£ quindi possiamo scrivere:

£$E_{eff}=\frac{E_{eff}}{c}=\frac{3,9 \ \text{N/C}}{3,0 \cdot 10^8 \ \text{m/s}^2}=1,3 \cdot 10^{-8}\text{T}$£

Considerando una distanza di due metri possiamo dire che la presenza dell’aria non cambia molto il risultato per quanto riguarda l’intensità luminosa. Sicuramente la lampadina non può essere considerata una sorgente puntiforme perché il filamento ha una certa dimensione e perché la radiazione non viene emessa in tutte le direzioni: sul retro del bulbo della lampadina c’è l’attacco al filo di alimentazione.

Testo del Quesito 2

Un condensatore è costituito da due armature piane e parallele di forma quadrata separate da aria, di lato £$\ell=5,0 \,\, cm$£, distanti £$1,0 \,\, mm$£ all’istante £$t=0$£, che si stanno allontanando tra loro di un decimo di millimetro al secondo. La differenza di potenziale tra le armature è £$1,0 \cdot 10^3 \,\, V$£. Calcolare la corrente di spostamento che attraversa il condensatore nell’istante £$t=0$£, illustrando il procedimento seguito.

Soluzione del Quesito 2

Sappiamo che la corrente di spostamento è data da:

£$i_s=\epsilon_0\frac{d\phi(E)}{dt}$£

con £$\epsilon_0$£ la costante dielettrica del vuoto e il flusso del campo elettrico pari a

£$\phi(E)=A \ E$£

con A l’area delle armature ovvero:

£$A=l^2=(5,0 \cdot 10^{-2})^2=2,5 \cdot 10^{-3} \text{m}^2$£

Sappiamo inoltre che l’intensità del campo elettrico all’interno del condensatore è dato da £$E = V/s$£ con £$V$£ la differenza di potenziale tra le armature e £$s$£ la distanza tra le armature. Questa distanza, come descritto nel testo, varia nel tempo secondo la relazione

£$s(t)=s_0+vt$£

Dal testo sappiamo inoltre che

£$E(t)=\frac{V}{s(t)}=\frac{V}{s_0+vt}$£

Calcolando la derivata troviamo la velocità di variazione del campo elettrico:

£$\frac{dE(t)}{dt}=V\cdot \frac{-v}{(s_0 +vt)^2}$£

Riprendiamo ora dalla relazione della corrente di spostamento e aggiungiamo quello che abbiamo ottenuto per il flusso e per la derivata del campo elettrico. Otteniamo:

£$i_s=\epsilon_0\frac{d\phi(E)}{dt}=i_s=\epsilon_0\frac{dE(t)}{dt}=\epsilon_0AV \frac{-v}{(s_0+vt)^2}$£

Considerando la corrente di spostamento nell’istante £$t = 0$£, sostituendo tutti i valori numerici, abbiamo che:

£$i_s(0)=-2 \cdot 10^{-9} \ \text{A}$£

Il segno meno, in questo risultato, indica che la carica sulle armature del condensatore diminuisce.

Testo del quesito 3

Una radiolina può ricevere trasmissioni radiofoniche sintonizzandosi su frequenze che appartengono ad una delle tre seguenti bande: £$ \text{FM} $£ (Frequency Modulation): £$88-108 \text{ MHz} $£; £$\text{MW}$£ (Medium Waves): £$540-1600 \text{ kHz} $£; e £$SW$£ (Short Waves): £$6,0-18,0 \text{ MHz} $£. Quali sono le lunghezze d’onda massime e minime delle tre bande di ricezione? In quale delle tre bande la ricezione di un’onda elettromagnetica è meno influenzata dalla presenza degli edifici?

Soluzione del quesito 3

Dalla teoria sappiamo che £$c=f\lambda$£ quindi, la lunghezza d’onda massima per ogni banda corrisponde alla frequenza minima:

Modulazione di frequenza

£$\lambda_{max}=\frac{c}{f_{min}}=\frac{3,0 \cdot 10^8 \text{m/s}}{88 \cdot 10^6\text{s}^{-1}}=3,4 \ \text{m}$£       £$\lambda_{min}=\frac{c}{f_{max}}=\frac{3,0 \cdot 10^8 \text{m/s}}{108 \cdot 10^6\text{s}^{-1}}=2,8 \ \text{m}$£

Onde medie

£$\lambda_{max}=\frac{c}{f_{min}}=\frac{3,0 \cdot 10^8 \text{m/s}}{540 \cdot 10^3\text{s}^{-1}}=5,6 \cdot 10^2 \ \text{m}$£       £$\lambda_{min}=\frac{c}{f_{max}}=\frac{3,0 \cdot 10^8 \text{m/s}}{1600 \cdot 10^3\text{s}^{-1}}=1,9 \cdot 10^2 \ \text{m}$£

Onde corte

£$\lambda_{max}=\frac{c}{f_{min}}=\frac{3,0 \cdot 10^8 \text{m/s}}{6,0 \cdot 10^6\text{s}^{-1}}=50 \ \text{m}$£       £$\lambda_{min}=\frac{c}{f_{max}}=\frac{3,0 \cdot 10^8 \text{m/s}}{18 \cdot 10^6\text{s}^{-1}}=17 \ \text{m}$£

Quando un’onda incontra un ostacolo sul suo percorso, se le dimensioni dell’ostacolo sono minori o uguali alla lunghezza d’onda, si ha il fenomeno della diffrazione. In questo caso l’onda riesce ad aggirare l’ostacolo e propagarsi lo stesso. Se consideriamo edifici possiamo ipotizzare un ordine di grandezza di 10 m. Possiamo quindi dire che le onde meno influenzati da edifici sono le onde medie, poi quelle corte e infine quelle a modulazione di frequenza.

Testo del Quesito 4

Nello spazio vuoto è presente un campo elettrico £$\vec E_x$£, la cui variazione media nel tempo, lungo una direzione individuata dalla retta orientata £$x$£, è di £$3,0 \cdot 10^6 \frac{V}{m\cdot s}$£. Determinare l’intensità del campo magnetico medio indotto, a una distanza R di £$3,0 \,\, cm$£ dalla retta £$x$£. Cosa accade all’aumentare di £$R$£?

Soluzione del Quesito 4

Partiamo dall’equazione di Ampere-Maxwell:

£$\oint \vec{B} \cdot d\vec{l} = \mu_0 \Big(i+\epsilon_0\frac{d\phi}{dt}\Big)$£

Tale relazione indica che un campo magnetico può essere generato da una corrente elettrica i ma anche dalla variazione del flusso del campo elettrico nel tempo, calcolato per una superficie delimitata da una curva chiusa.
In questo caso specifico, essendo nel vuoto, non c’è una corrente elettrica quindi:

£$\oint \vec{B} \cdot d\vec{l} = \mu_0 \epsilon_0\frac{d\phi}{dt}$£

Per calcolare il flusso del campo elettrico, per semplicità di calcolo, scegliamo come curva chiusa una circonferenza di raggio R. Possiamo considerare il campo magnetico costante lungo tale curva quindi la circuitazione sarà data da

£$\oint \vec{B} \cdot d\vec{l} = B \ 2\pi \ R$£

La variazione del campo elettrico, invece, è pari a

£$\frac{d\phi}{dt}=\Delta_{media}E \cdot \pi R^2$£

Quindi:

£$B \ 2\pi \ R = \mu_0\epsilon_0 \cdot \Delta_{media}E \cdot \pi R^2 \rightarrow B=\frac{\mu_0\epsilon_0 \cdot \Delta_{media}E \cdot R}{2}=5,0 \cdot 10^{-13}\text{T}$£

All’aumentare di R il campo magnetico indotto aumenta in modo proporzionale.

Testo del Quesito 5

Nel cristallo di sale £$ (\text{NaCl}) $£ gli ioni positivi e negativi £$\text{Na}^+$£ e £$\text{Cl}^-$£ si dispongono, alternandosi, ai vertici di celle cubiche, con una distanza tra due consecutivi ioni £$\text{Na}^+$£ (o £$\text{Cl}^-$£) pari ad £$\ell=0,567 \,\, nm$£.

In questo cristallo l'energia di legame è dovuta in buona parte all'interazione coulombiana tra gli ioni. Considerando una cella cubica contenente quattro ioni positivi e quattro ioni negativi, calcolare l'energia coulombiana per ione del cristallo, e determinare quale percentuale essa rappresenta del valore sperimentale dell’energia di legame, pari a £$4,07 \,\, eV$£.

Soluzione del Quesito 5

 Nella cella ci sono otto ioni che formano dodici coppie con carica di segno opposto, separate da una distanza £$x = l/2$£:

£$E_1=\frac{1}{4\pi\epsilon_0}\frac{q^2}{x}$£

Ci sono poi 12 coppie di ioni con segno concorde separati dalla distanza £$\sqrt{2}x$£:

£$E_2=\frac{1}{4\pi\epsilon_0}\frac{q^2}{\sqrt{2}x}$£

Ci sono infine 4 coppie di ioni con carica di segno opposto separati dalla distanza £$\sqrt{3}x$£:

£$E_3=\frac{1}{4\pi\epsilon_0}\frac{q^2}{\sqrt{3}x}$£

Quindi:

£$E=E_1+E_2+E_3=\frac{1}{4\pi\epsilon_0}\frac{q^2}{x}\Big(-12+\frac{12}{\sqrt{2}}-\frac{4}{\sqrt{3}} \Big)$£

Quindi, sapendo che il numero £$N$£ di ioni della cella è 8, l’energia per ione è data da:

£$\frac{E}{N}=\frac{1}{4\pi\epsilon_0}\frac{q^2}{x}\frac{-5,864}{8}=3,70 \text{eV}$£

Questo valore è circa il 90 % del valore sperimentale dell’energia di legame.

Testo del Quesito 6

Un’onda luminosa non polarizzata incide su un polarizzatore £$P_1$£ e la radiazione da esso uscente incide su un secondo polarizzatore £$P_2$£ il cui asse di trasmissione è posto a £$90^\circ$£ rispetto a quello del primo. Ovviamente da £$P_2$£ non esce nessuna radiazione.

Dimostrare che ponendo un terzo polarizzatore £$P_3$£ tra £$P_1$£ e £$P_2$£, che forma un angolo £$\alpha$£ con £$P_1$£, ci sarà radiazione uscente da £$P_2$£.

Trovare:

  • l'angolo £$\alpha$£ per cui l’intensità della radiazione uscente è massima;
  • il valore di tale intensità rispetto a quella (£$I_0$£) dell’onda non polarizzata.

Soluzione del Quesito 6

Secondo la legge di Malus l’intensità della luce incidente su un filtro polarizzatore £$I_0$£ è legata all’intensità della luce che esce dal filtro nel seguente modo:

£$I=I_0\cos^2\theta$£

Con £$\theta$£ l’angolo tra la direzione di polarizzazione della luce incidente e di quella uscente.
Se l’onda incidente non è polarizzata, £$\theta$£ varia da 0 a £$2pi$£ e l’intensità luminosa in uscita è la media su £$\theta$£ ovvero:

£$I=\frac{I_0}{2}$£

Se l’onda è polarizzata, invece, vale la prima relazione.
Nel nostro caso specifico si ha che £$I_0$£ incide su £$P_1$£ quindi l’intensità uscente da £$P_1$£ è:

£$I_1=\frac{I_0}{2}$£

Il testo ci dice che £$\alpha$£ è l’angolo esistente tra £$P_1$£ e £$P_3$£ quindi:

£$I_3=I_1\cos^2\alpha$£

mentre l’angolo tra £$P_3$£ e £$P_2$£, invece, è £$90 – \alpha$£ da cui:

£$I_2=I_3\cos^2\alpha \ \sin^2\alpha=\frac{1}{4}I_3\sin^2(2\alpha)$£

L’intensità massima si ha quindi per £$2\alpha = 90°$£ ovvero per £$\alpha = 45°$£ a cui corrisponde:

£$I_2=\frac{1}{4}I_1=\frac{1}{8}I_0$£