Prerequisiti per Criteri di convergenza degli integrali impropri
I prerequisiti per i criteri di convergenza degli integrali impropri sono:
Come capire se un integrale improprio converge? E cosa significa che un integrale converge? Ci sono molti risultati che ti permettono di capire subito se un integrale improprio (detto anche integrale generalizzato) è convergente oppure no! In questa lezione, trovi tutti i criteri di convergenza degli integrali impropri!
Molti esercizi sugli integrali impropri richiedono di verificare se un integrale improprio converge (cioè se l'area sottesa la curva nell'intervallo è finita) oppure no.
In questa lezione troverai i criteri utili per capire subito se l'integrale improprio è convergente oppure no, senza dover calcolare limiti o altro.
I prerequisiti per i criteri di convergenza degli integrali impropri sono:
L'integrale di una funzione in un intervallo è un numero che misura l'area della regione di piano compresa tra il grafico della funzione e l'asse £$x$£ e gli estremi dell'intervallo.
Se l'intervallo è illimitato, oppure se la funzione non è definita in un estremo (o entrambi), può non essere semplice calcolare l'integrale. Infatti l'area potrebbe essere infinita.
Ogni volta che abbiamo a che fare con le situazioni che abbiamo descritto prima, parliamo di integrale improprio (o integrale generalizzato).
ESEMPIO: calcoliamo l'integrale £$\int_{0}^{1}\frac{1}{x}\,dx$£. Vediamo che la funzione che dobbiamo integrare ha una discontinuità di seconda specie in £$x=0$£. Graficamente, abbiamo un asintoto verticale e l'area sottesa potrebbe essere infinita. Questo è un esempio di integrale improprio.
Nel calcolo di un integrale improprio, possono verificarsi due casi:
Quando abbiamo a che fare con un integrale improprio, vogliamo sapere se l'integrale diverge o converge e, in questo caso, calcolarne l'area. Esistono diversi modi e criteri per risolvere questo tipo di esercizi, soprattutto confrontando le funzioni con funzioni campione, di cui conosciamo già il comportamento.
Vediamo alcuni integrali impropri e le condizioni che si devono verificare per la convergenza:
Queste tre famiglie di funzioni sono utili per il confronto con le funzioni che ci troviamo a integrare. L'obiettivo è cercare di ricondurci a queste funzioni delle quali conosciamo il comportamento.
Teorema del confronto. Sia £$f:I\to \mathbb{R}$£ una funzione integrabile almeno in tutti i punti interni di £$I$£.
Questo teorema ci permette quindi di capire il comportamento dell'integrale improprio usando altre funzioni, delle quali conosciamo già il comportamento, semplicemente confrontandole con la funzione che vogliamo studiare.
ESEMPIO: l'integrale improprio £$\int_{1}^{+\infty}\frac{-2+3sen\,x^2}{x^2+1}dx$£ converge?
Non avrebbe senso mettersi a calcolare il limite della funzione integrale (anche se potremmo farlo). Proviamo a confrontare questa funzione con una funzione campione di cui conosciamo già il comportamento:
£$|\frac{-2+3sen\,x^2}{x^2+1}|\le \frac{5}{x^2+1}\le \frac{5}{x^2}$£ per ogni £$x\le 1$£
dove abbiamo usato la disuguaglianza £$|-2+3sen\,x^2|\le |-5|\le 5$£. Ora noi sappiamo che nell'intervallo £$[1,+\infty)$£ le funzioni del tipo £$f_{p}(x)=\frac{1}{x^p}$£ hanno l'integrale improprio convergente se e solo se l'esponente £$p$£ è maggiore di £$1$£. Nel nostro caso l'esponente è £$2$£, quindi £$\int_{1}^{+\infty}\frac{5}{x^2}dx < +\infty$£. Allora, per il criterio del confronto, vale anche £$\int_{1}^{+\infty}\frac{-2+3sen\,x^2}{x^2+1}dx < +\infty$£.
ESEMPIO: £$\int_{1}^{+\infty}\frac{1}{e^x}dx$£ è convergente. Infatti, in un intorno di infinito, £$\frac{1}{e^x}$£ è un infinitesimo di ordine superiore rispetto alle funzioni del tipo £$\frac{1}{x^p}, \forall p \in \mathbb{R}$£. Sappiamo che l'integrale improprio di queste funzioni converge in £$[1,+\infty)$£ se e solo se £$p > 1 $£. Quindi vale la maggiorazione: £$\dfrac{1}{e^x} < \dfrac{1}{x^2} $£ e quindi l'integrale £$\int_{1}^{+\infty}\frac{1}{e^x}dx$£ converge perché converge £$\int_{1}^{+\infty}\frac{1}{x^2}dx$£ per il teorema del confronto.
Una conseguenza del teorema del confronto è la possibilità di utilizzare il confronto asintotico per verificare la convergenza di un integrale improprio. Infatti, l'utilizzo del confronto tra infiniti/infinitesimi permette di riportarci allo studio di una delle funzioni campione, che usiamo appunto col criterio del confronto per capire il comportamento dell'integrale.
ESEMPIO: l'integrale £$\int_{4}^{+\infty}\frac{x-x^3}{x^6-1}dx$£ converge?
Vediamo prima di tutto che la funzione da integrare è una razionale fratta, continua nell'intervallo di integrazione £$[4,+\infty)$£. Siamo interessati a capire cosa succede a £$+\infty$£.
La funzione da integrare diventa quindi un rapporto tra infiniti e sappiamo che per passare al confronto asintotico, ci basta considerare solo le £$x$£ al grado maggiore, sia al numeratore che al denominatore:
£$ \dfrac{x-x^3}{x^6-1} \sim \dfrac{-x^3}{x^6}=-\dfrac{1}{x^3}$£.
Ma sappiamo che la funzione £$-\frac{1}{x^3}$£ è integrabile (cioè l'integrale converge) vicino a £$+\infty$£ perché l'esponente della £$x$£ è £$3 >1$£. Visto che le due funzioni si comportano praticamente allo stesso modo vicino a £$+\infty$£ possiamo dire che anche £$\int_{4}^{+\infty}\frac{x-x^3}{x^6-1}dx$£ converge.